Oxfam ed Emergency, lettera appello al Governo italiano per superare la disuguaglianza nell’accesso ai vaccini anti-covid

Il sistema di monopoli imposto dalle grandi case farmaceutiche, che detengono i brevetti dei vaccini anti-Covid approvati, rischia di avere un costo insostenibile per l’economia e la salute a livello mondiale. Secondo le stime (1), la mancata vaccinazione della maggioranza della popolazione mondiale, quella dei paesi a basso reddito, potrebbe significare perdite per 9.300 miliardi di dollari, metà delle quali riguarderebbe anche i paesi ricchi, che pure sono in grado di raggiungere l’immunizzazione delle proprie popolazioni. Allo stesso tempo, una diffusione incontrollata del virus, aggravata dai ritardi nelle consegne delle dosi in molti paesi, rende probabile – come del resto sta già avvenendo – il rapido sviluppo di mutazioni, che potrebbe rendere obsoleti i vaccini esistenti e vanificare tutti gli sforzi messi in campo dai governi per fermare la pandemia: oltre 83 miliardi di dollari di denaro dei contribuenti, stanziato a livello globale per lo sviluppo dei vaccini.

Per scongiurare
questi rischi, Oxfam ed EMERGENCY, membri della coalizione
internazionale People’s Vaccine Alliance, inviano oggi una lettera-appello al Presidente del Consiglio Mario
Draghi e ai Ministri degli Esteri, della Salute e dello Sviluppo economico
.

La Presidenza
italiana del G20 consente al governo italiano di avere un ruolo chiave in sede
europea e internazionale – a partire dalla prossima riunione del Consiglio
dell’Organizzazione Mondiale del Commercio del 1° marzo – nel sostenere con
decisione la sospensione delle regole che tutelano la proprietà
intellettuale sui brevetti dei vaccini anti-Covid e la condivisione della
tecnologia necessaria alla produzione in altri paesi
, rendendo
così possibile la definizione di un piano vaccinale realmente efficace e capace
di raggiungere tutti, sia nei paesi più poveri che in Italia e in Europa.

«Solo consentendo produzione e vendita dei
vaccini da parte di molti attori in un mercato competitivo, oltre che la loro
disponibilità al pubblico al minor costo possibile, potremo scongiurare il peggio,
prima che sia troppo tardi – 
ha
detto Sara Albiani, policy advisor sulla salute globale di Oxfam Italia
 –
A questo scopo chiediamo al Governo di intervenire fin da subito 
affinché
Reithera rinunci al brevetto del vaccino che ha sviluppato con l’Istituto
nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, grazie a finanziamenti
del Governo e della Regione Lazio. Solo condividendo know-how e tecnologie, si
potrà infatti aumentare la produzione e rendere così il vaccino disponibile per
il numero più ampio possibile di persone in Italia e nel mondo
».

Attualmente, al massimo della loro capacità produttiva, PfizerModerna e AstraZeneca potrebbero
garantire dosi sufficienti per appena 1/3 della popolazione mondiale e secondo
analisi condotte dalla People’s Vaccine Alliancenella maggior
parte dei paesi in via di sviluppo, solo 1 cittadino su 10 può sperare di
essere vaccinato nel 2021 attraverso lo strumento COVAX
,
destinato a rendere accessibili i vaccini nel Sud del mondo. Meccanismo di cui
le due organizzazioni firmatarie della lettera riconoscono l’importante valore
solidale e di tutela della salute pubblica, ma che sembra
essere del tutto inadeguato per coprire il reale fabbisogno di vaccini nei
paesi poveri nei tempi brevi necessari
.

«Lunedì 1 marzo, l’Organizzazione
mondiale del commercio si riunirà per valutare la proposta avanzata da India e
Sud Africa di sospendere temporaneamente ai diritti sulla proprietà
intellettuale dei vaccini contro il Covid-19
. Tutti i Paesi in via di
sviluppo aspettano con il fiato sospeso una decisione fondamentale, l’unica che
può garantire la speranza di contenere l’epidemia. – 
ha
dichiarato Rossella Miccio, Presidente di EMERGENCY
 –
Per questo, 
chiediamo che l’Italia e
l’Unione Europea sostengano questa richiesta
. Se vogliamo lasciarci
alle spalle la pandemia, tutti i Paesi – anche quelli a basso reddito – devono
essere messi in grado di ricevere i vaccini necessari a immunizzare la propria
popolazione e per farlo si deve incrementare la produzione in tempi rapidi. 
Non
è una questione di filantropia ma di tutela della salute pubblica e di
giustizia».

Nei fatti COVAX
non potrà che garantire un numero limitato di dosi, a meno che non si aumenti la
fornitura attraverso una più ampia capacità produttiva a livello globale, con
una conseguente riduzione dei prezzi
. Proprio il costo dei
vaccini rappresenta un esempio dell’odiosa disuguaglianza di accesso ai vaccini
che si registra oggi nel mondo, consentito anche dalle clausole di segretezza
contenute nei contratti di acquisto, oltre che dalla facoltà lasciata a uno
sparuto numero di grandi aziende farmaceutiche di decidere quali paesi potranno
avere a disposizione il vaccino. Emblematico
sul punto il caso dell’Uganda, che si è trovata a pagare 3 volte il prezzo di 
AstraZeneca, prodotto in India dal Serum
Istitute
,
rispetto ai paesi europei
. Secondo i dati a disposizione, l’Ue
ha pagato il vaccino AstraZeneca meno di 2 euro per dose,
mentre in Uganda lo stesso vaccino costerà circa 6 euro a dose: ciò significa
che, includendo il trasporto, vaccinare una persona costerà all’Uganda 16 euro.
I vaccini di Pfizer e Moderna sono
invece molto più cari, al punto che l’Ue li ha pagati rispettivamente oltre 12
e 18 euro, e i paesi a basso reddito difficilmente potranno permetterseli.