Vivere in strada è sempre pericoloso. Per se stessi, certo, ma anche per gli altri, perché la vita di strada è dura, faticosa, rischia di abbruttire ed incattivire le persone. Anche quelle più buone ed affidabili. E se si è donna, dormire in strada è ancora più rischioso. Soprattutto in una città come quella di Foggia in cui mancano servizi di accoglienza notturna ed interventi di inclusione per donne e tutto quello che c’è viene messo a disposizione dalle parrocchie o dalle associazioni di volontariato. Per questo, deve fare ulteriormente riflettere – si spera in modo particolare i Servizi Sociali del Comune di Foggia – quanto avvenuto la sera del 6 gennaio. La pronta segnalazione di due giovani, un ragazzo di 27 anni e una ragazza di 20 anni, ha consentito di evitare conseguenze peggiori a una donna senza dimora aggredita da uno sconosciuto.
Intorno alle ore 22, infatti, i due giovani hanno allertato il 113, segnalando l’aggressione di un uomo, in viale Fortore, nei confronti di una donna, trascinata con forza all’interno di un cortile. Sul posto sono intervenuti due equipaggi della Squadra Volante e del Reparto Prevenzione Crimine che si sono introdotti nel cortile di uno stabile abbandonato dove hanno trovato la donna, una cittadina italiana senza fissa dimora, in stato di agitazione. La donna, dopo essere stata assistita e sostenuta, ha riferito di essere stata aggredita da un uomo che l’ha picchiata, trascinandola contro la sua volontà nel cortile, nel tentativo di sottrarle il telefono cellulare. L’arrivo delle due pattuglie della Polizia ha fatto desistere l’aggressore che è scappato via, facendo perdere le tracce. Sul posto gli Agenti hanno rinvenuto un giubbotto appartenente all’uomo, che è stato sequestrato.
La donna ha fornito una descrizione dell’aggressore, a lei sconosciuto, e sono in corso indagini tese alla sua identificazione. Subito dopo, la vittima dell’aggressione è stata accompagnata in ambulanza al Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti di Foggia, per verificarne le condizioni di salute. E a questo punto, la domanda nasce spontanea: ora che questa donna sarà dimessa dall’ospedale tornerà nuovamente in strada o i Servizi Sociali del Comune di Foggia proveranno a verificare il suo caso e capire se sia possibile intervenire e garantirle una sistemazione adeguata?