Non sappiamo se il sogno di don Luigi Ciotti si avvererà a breve, ma una cosa è certa. Foggia non è più la stessa. Da tempo ormai. Perché col passare degli anni ha preso sempre più consapevolezza su una questione che fino a metà degli anni ’90 sembrava dovesse interessare solo poche persone, solo i parenti delle vittime di mafia. Ed invece, col passare degli anni – soprattutto grazie al lavoro di sensibilizzazione portato avanti da Libera – la cultura dell’antimafia sociale è sicuramente cresciuta anche nel nostro territorio. E le 20mila persone che oggi pomeriggio si sono mobilitate per le strade di Foggia per dire “no” alla mafia, alla corruzione, alla criminalità ed alla violenza, sono un grande risultato raggiunto. Per questo, il sogno di don Ciotti, presidente e fondatore di Libera, un giorno potrebbe anche diventare realtà. Ed entrando in città potrebbe trovare il cartellone con la scritta: ‘Foggia città demafiosizzata’.
Un sogno. Chissà. Fatto sta che oggi i passi della legalità e della richiesta di giustizia sociale hanno scosso sicuramente i palazzi, le strade, i mafiosi. Merito, dunque, di ‘Foggia Libera Foggia’, la mobilitazione promossa da Libera nel capoluogo dauno per rispondere alla violenza criminale che ha contraddistinto l’inizio del 2020. E come auspicava Daniela Marcone, vice-presidente nazionale di Libera e figlia di Francesco Marcone, il direttore dell’Ufficio del Registro di Foggia ucciso il 31 marzo 1995 per essersi ribellato alla mafia, oggi la città è “scoppiata di umanità”.
Riportiamo alcuni dei passaggi più significativi dell’intervento finale di don Luigi Ciotti.
“Dobbiamo dire di no alla violenza in tutte le sue espressioni.
La mafia delle parole è la più pericolosa.
La mafia più pericolosa è la nostra lentezza, la burocrazia, il nostro parlare a vuoto e non fare… la mafia più pericolosa è la mafia delle parole.
Senza responsabilità collettiva non c’è futuro.
Questa è una mobilitazione perché ciascuno di noi mette la sua faccia per dire da che parte sta.
Siate orgogliosi di essere pugliesi e per chi è di qui, foggiani.
Qui si sente e si vive uno spirito nuovo.
La sfiducia non può prevalere sulla speranza.
Siamo insieme per disinnescare la miccia della paura, della rassegnazione e della delega.
Dobbiamo riportare al centro valori positivi e profondi e perché questo avvenga dobbiamo agire tutti insieme.
Le cose cambieranno se anche noi faremo la nostra parte.
Non sono ammesse diserzioni perché questa è una scelta tra la vita e la morte. Mafia e corruzione sono parassiti che vivono alle nostre spalle.
La politica se non si occupa e promuove il bene comune tradisce la sua essenza. La politica esca dai tatticismi e dai giochi di poteri e riduca le distanze sociali, si occupi dei bisogni delle persone.
Ai sindaci e agli amministratori qui presenti dico che mi ha fatto piacere vedervi qui, però sappiate che io vi sarò vicino se farete le cose giuste, ma il giorno in cui non farete le cose che a parole si dicono, io sarò dall’altra parte.
Dobbiamo lottare per la giustizia sociale.
Il lavoro, la scuola, la cultura, le politiche sociali, i servizi per la persone. La legalità è lo strumento per raggiungere la giustizia sociale perché è la base del progresso e della crescita umana.
Il mio sogno è che non si parli più di reddito di cittadinanza ma di lavoro per tutti.
Le tre grandi povertà oggi in Italia sono i poveri, i migranti ed i giovani perché vengono impoveriti, invece sono meravigliosi e dovete smetterla di prenderli in giro.
Nella nostra Costituzione c’è scritto quello che dobbiamo realizzare per diventare un Paese demafiosizzato.
il mio sogno è di tornare a Foggia e di trovare all’ingresso della città un cartello con la scritta: ‘Comune demafiosizzato’.
Tocca a noi andare incontro al futuro, non attenderlo.
Impariamo tutti a guardare un metro oltre l’orizzonte”.
Emiliano Moccia