«I decreti sicurezza hanno peggiorato il sistema di accoglienza in Italia e stanno generando ghettizzazione e povertà, sia economica sia sociale. Una situazione da non sottovalutare perché sta provocando l’aumento di vittime dello sfruttamento lavorativo e delle attività criminali, come dimostrano i processi aperti. Oggi chi chiede asilo e i beneficiari, esclusi dal sistema di accoglienza, sono esposti a emarginazione sociale con un alto rischio di finire nelle maglie della criminalità». È quanto denuncia Amnesty International Italia che ieri a Roma ha presentato il dossier “I sommersi dell’accoglienza”, curato dal ricercatore e sociologo Marco Omizzolo. La ricerca è stata condotta tra agosto e dicembre 2019 attraverso la raccolta di 25 storie personali di beneficiari di protezione. Ed il lavoro svolto ha evidenziato che «i decreti sicurezza hanno generato una situazione di instabilità che sta cancellando la possibilità di un percorso di inclusione sostenibile».
Le nuove misure che
escludono i richiedenti asilo dal sistema dell’accoglienza e l’abolizione della
protezione umanitaria, oltre a complicare i processi di inclusione, privano
molte persone di uno status legale
favorendo di fatto la creazione di un contesto in cui diminuiscono le tutele e
aumenta il rischio di marginalità sociale ed economica. «Gli effetti del
Decreto legislativo 113/2018 si sono diffusi su ambiti diversi dell’accoglienza
e dunque sulla vita complessiva dei migranti in Italia e in particolare dei
richiedenti asilo portando a una progressiva marginalizzazione e
precarizzazione del loro quotidiano nel paese» ha affermato Marco Omizzolo. Il Decreto sicurezza,
infatti, impedisce l’accesso al sistema Siproimi
(Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori
stranieri non accompagnati) ai richiedenti asilo, una scelta che aumenta la
possibilità che molte di queste persone rimangano nella sfera della prima
accoglienza e quindi in situazione di particolare vulnerabilità (sanitaria e
psicologica). Con la nuova legge, inoltre, è stata abolita la protezione umanitaria,
sostituita con cinque nuove tipologie di permesso di soggiorno (permesso per
protezione speciale, calamità, cure mediche, atti di particolare valore civile
e casi speciali). Pertanto numerosi individui che in precedenza sarebbero stati
regolari si ritroverebbero in una condizione di illegalità e a rischio
espulsione.
Per Amnesty, quindi, non ci sono dubbi. «Sulla base del documento, che rivela le criticità del sistema italiano, chiediamo al Governo di applicare modifiche urgenti alla normativa vigente in materia di protezione internazionale e immigrazione».
Queste le proposte di Amnesty:
- assicurare
a tutte le persone che entrano in Italia l’esercizio reale del diritto
fondamentale a chiedere protezione ed accoglienza; - adottare
misure per impedire ai beneficiari di protezione umanitaria di perdere
il proprio status per evitare che precipitino in condizioni di marginalità
e sfruttamento e divenire così preda di organizzazioni criminali. Allo
stesso tempo si deve garantire la regolarizzazione per coloro che
sono finiti in condizioni di illegalità per via degli effetti del
cosiddetto Decreto sicurezza; - consentire
la registrazione anagrafica anche ai richiedenti asilo.
Una misura determinante per garantire i diritti umani dei migranti; - ristabilire
servizi professionali nell’ambito del processo
di accoglienza allo scopo di fornire percorsi di inclusione sociale ed
economica reali e qualificati a tutti i richiedenti asilo e
beneficiari.