Oliver viene dal Madagascar e da qualche tempo sta beneficiando, insieme con la sua famiglia, del progetto di housing sociale “Abitare le Relazioni”, realizzato dalla Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus insieme con Comunità sulla strada di Emmaus, SMILE, Mestieri Puglia e Consorzio Aranea, e sostenuto da Fondazione CON IL SUD. Qualche mese fa Oliver ha preso parte a un corso per Operatore Socio Sanitario qualificato e da ieri, grazie al servizio di accompagnamento formazione/lavoro promosso all’interno del progetto, ha iniziato un periodo in prova in una grande clinica di Padova. «Se tutto va come speriamo (e Oliver è in gamba!), – scrivono i promotori del progetto – presto anche sua moglie e il loro piccolino saranno lì a Nord, con lui, per cominciare una nuova vita».
La storia di Oliver, come quella di Ruggiero e di altre persone che venivano dal mondo della povertà e del disagio economico ed entrate nel progetto di housing sociale, sono la testimonianza concreta di quanto siano sempre più importanti queste iniziative che pongono le relazioni al centro di un nuovo modello legato al concetto “dell’abitare” che abbia come obiettivo il riscatto umano, sia lavorativo che sociale. “Abitare le Relazioni”, infatti, rappresenta un intervento in un’area geografica fortemente interessata da nuovi e vecchi bisogni legati alla povertà, alla mancanza di integrazione, al disagio del singolo e delle famiglie. Sono 46 i posti letto previsti dal progetto, individuati nelle masserie della Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus e nei villaggi Emmaus e Don Bosco, alcuni interessati anche da lavori di ristrutturazione. Migranti, senza dimora, lavoratori stagionali, persone che hanno concluso positivamente percorsi di recupero dalle dipendenze, neomaggiorenni fuoriusciti dai servizi sociali, famiglie in situazioni di disagio economico: questi i destinatari diretti dell’intervento.
A lavorare al progetto, oltre alle aziende coinvolte nei tirocini, tanti volontari, studenti, docenti, educatori e membri delle comunità già attive sul territorio. Alla soluzione abitativa dignitosa da offrire ai destinatari – al centro del progetto di housing – si aggiungono interventi di accoglienza e di accompagnamento psicologico, burocratico, formativo e lavorativo, favorendo il reinserimento dei soggetti in contesti economici e sociali idonei. E la storia di Oliver è indicativa di quanto servono interventi di questo tipo, con la speranza che in futuro vengano messi in atto anche dalle istituzioni pubbliche e non solo dal mondo del privato sociale.