Non hai la residenza anagrafica? Niente prestazioni sanitarie, niente medico, niente salute. Il diritto negato ai senza dimora

«Uno degli aspetti più drammatici della vita in strada riguarda il tema del diritto alla salute. L’articolo 32 della Costituzione Italiana recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Attualmente, però, le prestazioni sanitarie sono erogate in base alla residenzialità degli utenti. Le persone prive di residenza, quindi, caso pressoché unico nel panorama dei Paesi occidentali, non possono iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale, non hanno un medico di base cui rivolgersi per chiedere la prescrizione di un farmaco o di una visita specialistica e non hanno diritto a cure continuative. Una situazione paradossale, perché chi non ha una casa è più esposto di altri a numerosi fattori (freddo, malnutrizione, scarsa igiene, tossicodipendenza, alcolismo ecc) che generano gravi patologie che possono condurre in breve tempo alla morte, e allo stesso tempo non dispone delle condizioni per curarsi».  A scrivere è Antonio Mumolo, presidente dell’associazione Avvocato di Strada, che interviene nel numero di febbraio della rivista “La salute umana” approfondendo l’aspetto riguardante la salute delle persone senza dimora.

«Da un punto di vista puramente pragmatico, inoltre, va sottolineato come la mancanza di un pronto aiuto medico oltre che danneggiare in maniera irreparabile la salute delle persone finisca per gravare maggiormente sulle casse pubbliche. Una persona con problemi di salute che può curarsi può limitare il progredimento della propria malattia e rimanere una persona attiva e valida. Chi non può curarsi – evidenzia Mumolo – vede la propria salute peggiorare rapidamente, molto spesso senza possibilità di un recupero pieno. A questo riguardo basti citare la vicenda di un nostro assistito che qualche anno fa fu colpito da un un ictus. Rimase in strada senza cure per mesi. Il suo fisico minato dai tanti anni di vita in strada peggiorò rapidamente. Prima rimase con una parte del corpo paralizzata. Con il sopraggiungere del freddo braccia e gambe andarono in cancrena e dovettero essere amputate. A quel punto grazie al nostro intervento riuscimmo a farlo prendere in carico dal sistema sanitario nazionale e adesso da anni vive in una struttura pubblica, senza nessuna possibilità di reale recupero».

Per questo, «non garantire ai senzatetto il dritto alle cure è una grave violazione del dettato costituzionale e rappresenta un rischio per la salute pubblica. Per questo nelle ultime 4 legislature abbiamo presentato una proposta di legge per chiedere al Parlamento di garantire le cure sanitarie anche a chi è privo di residenza. Nonostante diverse aperture da più parti politiche non siamo ancora riusciti a far approvare la nostra proposta ma la nostra battaglia continuerà. D’altronde come dice il nostro motto #NonEsistonoCausePerse». Di conseguenza, come raccontato in altri nostri articoli, diventa fondamentale per una persona senza dimora avere la residenza anagrafica fittizia istituita in diversi Comuni italiani (tra cui quello di Foggia) perché diventa l’unico strumento per accedere ai diritti base, tra cui quello dell’assistenza sanitaria. Perché chi non ha la residenza non ha diritto ad avere accesso al sistema sanitario nazionale, se non per le cure di pronto soccorso.
E.M.