Mi sono svegliato presto stamattina. L’ho fatto col pensiero di scrivere quanto successo ieri durante il servizio. Le serate in stazione riservano sempre grandi incontri e così è stato anche ieri. Arrivati in stazione, una delle prime frasi che ci dicono è: «Anche oggi che piove siete venuti?». Dopo aver offerto loro il tea caldo (stavolta era ben zuccherato, bravo Andrea!), biscotti e brioches, arriva la parte più emozionante: quella in cui noi volontari ci mescoliamo con i ragazzi, diventando un tutt’uno con loro aprendoci a vicenda circa le dinamiche della vita. E così partono i racconti di M., di P. e degli altri ragazzi… M. ci confida che si sta lasciando andare. Ritiene che la sua vita, dopo varie vicissitudini, non ha più alcun senso, ci dice che è destinato al nulla e allora ha smesso di lavarsi e di stare fra la gente. Ha un solo luogo in cui sta bene, un solo luogo in cui non gli pesa il non essere profumato: la Biblioteca Provinciale. Lì si sente a casa, lì può leggere e sentirsi più leggero.
Al che gli facciamo una proposta che accoglie con grande entusiasmo: il laboratorio di giornalismo. M. vuol raccontare quanto faccia schifo la cocaina, lui dopo diverso tempo in comunità ne è uscito e vuole, attraverso “Foglio di Via”, gridarlo al mondo anche per far sì che altri non commettano i suoi stessi errori. E poi c’è P. che vorrebbe partecipare ad incontri inerenti la mafia… perché a lui la mafia fa vomitare. E poi si avvicina un ragazzo che parla poco l’italiano ma in qualche modo, attraverso un francesefoggianolucerinizzato, ci riusciamo a parlare e capire. Lui nel suo Paese ha fatto il cantante e stasera a servizio proverà ad avere il telefonino carico così da farci vedere il video in cui canta. E la serata va avanti, continuiamo a parlare con i ragazzi alterniamo le lacrime ai sorrisi, scherziamo, ci sfoghiamo, proprio come degli amici anzi no, NOI SIAMO AMICI!
Ci spostiamo in stazione e troviamo tanti altri ragazzi con cui scambiamo qualche chiacchiera e poi troviamo Francesca. È tornata sul primo binario, dorme su una panchina ma stasera ha qualcosa di diverso: è contenta. Da un po’ di tempo, ci racconta, va a San Pio X, si lava e quindi si sente più a suo agio con sé stessa e con gli altri e, per questo, ringrazia don Francesco. Purtroppo la serata finisce in maniera agrodolce: Giovanna non ci ha risposto ed Anna non c’era sulla “sua” panchina.
Ho iniziato a scrivere dicendo: auguri R..
R. è un uomo che ho conosciuto per caso una sera in stazione. Dico per caso
perché lui, non vive in zona stazione, ma, in una sera d’inverno, le nostre
strade si sono incrociate. R. vive in ospedale con la compagna, in un
pianerottolo dell’ospedale. Ci siamo incontrati più volte, sempre per caso,
anche in posti diversi dalla stazione. Mi ha raccontato un po’ la sua vita, i
suoi errori, mi ha detto che ne ha fatti tanti ma…nella mia testa c’è una
convinzione: possiamo fare 10000 sbagli nella vita ma TUTTI ABBIAMO IL DIRITTO
DI ESSERE LIBERI ED EGUALI IN DIGNITA? E DIRITTI.
Auguri R. oggi fai 48 anni e, rubando il motto agli Avvocati di Strada, ti dico #nonesistonocauseperse e ce la faremo!
p.s. Stamattina mi ha telefonato Anna, abbiamo parlato a lungo e, ha chiuso la telefonata con due frasi: «iI 26 Luglio è il mio onomastico e vorrei fare una festa con tutti voi» e, la seconda, «vi voglio bene, voglio bene a tutti voi».
A.D.G. – volontario dei Fratelli della Stazione