Dopo il nostro articolo del 6 marzo – in cui avvisavamo che per evitare il diffondersi del Coronavirus, la mensa dell’Immacolata, che dal lunedì al sabato garantisce il pranzo a circa 130 persone tra senza dimora, poveri, indigenti, famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese era costretta a chiudere – da questa mattina riprende il servizio di distribuzione del pranzo. Dalle ore 11.30 alle 12.30, fino a nuove disposizioni, sarà effettuata la consegna del pranzo a sacco. Come Fratelli della Stazione e Foglio di Via avevamo segnalato al sindaco di Foggia, Franco Landella, l’interruzione dell’importante servizio, anche attraverso una pec in cui formalizzavamo l’emergenza. Il sindaco, dunque, in questi giorni ha accolto il nostro appello e si è interfacciato con i Frati Minori dell’Immacolata per trovare possibili soluzioni. Fra queste, la possibilità di poter effettuare la distribuzione del pranzo a sacco sempre alla mensa dell’Immacolata che sarà a carico dell’Amministrazione Comunale. A cena, invece, prosegue al momento l’attività di catering della Caritas diocesana presso i locali della parrocchia di S.S. Salvatore.
Resta, però, un’altra importante emergenza che abbiamo anche segnalato formalmente al primo cittadino: la chiusura del dormitorio per senza dimora che gestiamo nella parrocchia di Sant’Alfonso de’ Liguori. Abbiamo effettuato la sanificazione dei locali – compresi quelli del Centro Diurno “Il Dono” – ma la struttura che ogni notte accoglie trenta persone senza dimora, resterà ancora chiusa in quanto non è possibile garantire i requisiti di sicurezza e le distanze previste nel Dpcm del Governo. Un problema serio, importante, che abbiamo segnalato dallo scorso venerdì alle istituzioni locali. Ora è il tempo dei fatti. Il sindaco, sempre dopo nostra sollecitazione, ha inviato una pec alla Protezione Civile per chiedere «di adempiere – è scritto nella missiva – in maniera solerte all’allestimento di una tenda adibita a dormitorio per i senza fissa dimora, circa 50, persone, presso un’area da concordare col Comandante della Polizia Locale». E proprio ieri sera Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile nazionale, è intervenuto sulla questione del sostegno ai senzatetto alla luce dell’emergenza coronavirus dicendo che «è un tema già trattato da tempo nel comitato operativo. Ho chiesto espressamente alla Regioni e ai Comuni di trovare delle strutture per fornire un’adeguata assistenza a queste persone».
Perché mai come in questo momento occorre dare un’attenzione di riguardo a chi vive in strada, a chi per i motivi più diversi è diventato un senza dimora. Italiani e migranti. Serve uno sazio, un luogo in cui creare accoglienza nel rispetto della sicurezza. In diverse città italiane con le quali ci siamo confrontati, i senza dimora sono invitati a restare nei dormitori per tutta la giornata. Il problema è che a Foggia non esistono dormitori pubblici, e tutto quello che esiste è del privato sociale e delle parrocchie. Per questo, serve che il sindaco pressi più che mai per arrivare ad allestire quanto prima una o più tende da adibire a dormitorio, almeno per garantire un posto letto ed un luogo in restare in questo periodo di “quarantena” ai trenta ex-ospiti del dormitorio di sant’Alfonso, per i quali ci sentiamo cosi profondamente in colpa per non aver potuto trovare una soluzione immediata, anche se ci siamo mossi in tempi non sospetti. Secondo la Fio.PSD (Federazione Italiana Organismi per le Persone senza dimora), «più di 55 mila persone senza dimora e gli stranieri che a causa dei decreti sicurezza sono finiti per strada vivono la paura di farsi vedere o visitare, una enorme fetta di popolazione che, oltre a tutti i disagi di una vita difficile, subisce ora una ulteriore emergenza e rischia pure di diffonderla». Una fetta di questi vive a Foggia. E facciamo in modo che per loro ci siano delle risposte certe.
Emiliano Moccia