«Anche se la maggior parte dei nostri operatori è impegnata sul fronte del coronavirus l’epidemia non ha fermato i trapianti, e questo grazie a uno sforzo eccezionale di tutto il Servizio sanitario nazionale. In questo momento sono quasi 9mila le persone che aspettano un organo, ma l’impegno dei medici e degli infermieri non è sufficiente: serve che i cittadini dicano sì alla donazione». E’ con queste parole che Massimo Cardillo, direttore del Centro nazionale trapianti, ha spiegato l’importanza della 23ma “Giornata nazionale della donazione e del trapianto di organi e tessuti”, che si è svolta come ogni anno il 19 aprile.
Un’occasione per ragionare e riflettere sull’importanza della donazione degli organi, quale intervento necessario per salvare le vite umane. Solo lo scorso anno, infatti, sono stati effettuati 3.813 trapianti. «Questa emergenza sanitaria del coronaviurs – ha evidenziato Cardillo – ci ha insegnato che ognuno con i propri comportamenti è responsabile della salute di tutti: è un principio che da sempre vale per i trapianti. Purtroppo un terzo di chi si esprime sulla donazione si oppone al prelievo degli organi: una percentuale ancora troppo alta. Per questo la Rete trapiantologica ci mette la faccia e chiede a tutti di fare la propria parte per aiutarci a salvare le vite di tanti malati».
“Io faccio la mia parte, tu puoi fare la tua. Di’ sì alla donazione di organi e tessuti”, infatti, è la campagna social promossa nell’ambito della campagna “Diamo il meglio di noi” in cui si chiede ai cittadini italiani di impugnare una penna e di firmare il tesserino del donatore. I dati, dunque, evidenziano un aumento dei numeri delle donazioni e dei trapianti di organi in Italia nel 2019, ma anche le opposizioni al prelievo. Il dato più significativo è il discreto aumento dei donatori potenziali, ovvero quelli segnalati nelle rianimazioni come possibili candidati al prelievo degli organi. L’aumento delle segnalazioni ha permesso di assorbire il contraccolpo negativo del tasso di opposizione al prelievo, passato dal 29,8% dell’anno scorso al 31,2%. Come già registrato in passato, il dato delle donazioni, conferma forti scostamenti dal Nord al Sud del Paese: a fronte di una media nazionale di 22,8 donatori per milione di popolazione, si va dai 49,5 donatori della Toscana agli 8 della Sicilia.
I trapianti in cifre:
Nel 2019 i trapianti sono comunque aumentati: ne sono stati effettuati 3.813 (+2,4% rispetto al 2018).
Il maggiore numero di trapianti complessivi ha riguardato:
- rene (2.137, +0,6%)
- fegato (1.302, +4,5%)
- polmone (153, +6,3%, trapianti in totale)
- cuore (245 +5,2%).
Stabili i trapianti di pancreas (42 contro i 41 dell’anno scorso), mentre a tre anni di distanza dall’ultimo è stato effettuato un nuovo trapianto di intestino. In forte crescita l’attività di donazione e trapianto anche nel campo dei tessuti e delle cellule staminali emopoietiche.
Le donazioni di tessuto registrate nel 2019 sono state 13.854 (+2,3%), con un aumento ancora più marcato per le cornee (+4,1%). In aumento anche le cellule staminali emopoietiche: crescono sia le donazioni (+23,5%) che i trapianti da donatore non consanguineo (+1,3%), che sono stati 859, il numero più alto mai realizzato in Italia.
La crescita dell’attività di trapianto ha un impatto positivo sulle liste d’attesa, che calano anche quest’anno. I pazienti che attendono un trapianto (dati al 31 dicembre 2019) sono 8.615, dei quali la gran parte aspetta un rene (6.460, -4,1% rispetto al 31 dicembre 2018). La diminuzione più significativa riguarda la lista del cuore (670 pazienti, -5,8%), mentre si registra un aumento marcato nella lista del fegato (1.031 pazienti, +6,7%). In ogni caso, grazie al sistema di registrazione collegato alla carta d’identità elettronica, crescono ancora le dichiarazioni di volontà alla donazione espresse in vita dai cittadini. Il 31 dicembre 2019 erano 6.936.583 le dichiarazioni custodite nel Sistema informativo trapianti, ma a fine febbraio 2020 è stata superata quota 7 milioni e 300mila: complessivamente quasi 5 milioni 600mila favorevoli e poco più di 1 milione contrari.