Caro Dott. Feltri, spero non la infastidisca se uso il termine caro essendo io un terrone. Dopo aver letto le sue esternazioni contro il Governo “romano – foggiano” come lo definisce lei, e contro il nostro Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, massima espressione di questo connubio tra la Capitale e la Capitanata, ho deciso, mio malgrado, di scriverLe questa lettera aperta dai toni pacati e, se mi riesce, priva dei luoghi comuni che spesso contraddistinguono il contradittorio tra nordisti e sudisti.
Io sono, come le dicevo, un terrone pugliese nato a Barletta ma per motivi che non sto a spigarle, residente da un paio di anni a Foggia. Non avevo mai considerato Foggia la Città ideale dove trasferirmi avendo anche io dei pregiudizi sulla Città e sui cittadini. Sa non di rado Foggia è protagonista della cronaca nera in TV o sui giornali per la criminalità organizzata o meno, per il caporalato e per la sua pluriennale permanenza in fondo alle classifiche delle Città più vivibili. Per la verità non credo che in cima a tali classifiche ci siano Città meridionali, ma questa è un’altra storia.
In questi due anni di permanenza a Foggia, caro Feltri, ho conosciuto decine e decine di foggiani che hanno fatto in modo che i miei pregiudizi si dissolvessero come neve al sole. Ho conosciuto tante realtà del volontariato sia religioso che laico che con grande spirito di volontà e tanto sacrificio sono quotidianamente al fianco degli ultimi, dei più deboli e degli emarginati. Ho conosciuto tanta gente che combatte ogni giorno, superando la paura, perché solo gli stupidi ed i folli non hanno paura, la mafia e la cultura mafiosa che si infiltra nel tessuto economico e sociale della Città. Persone che mostrano i propri volti e svolgono una lodevole azione di divulgazione della cultura della legalità. Ho conosciuto imprenditori bravi e caparbi che nonostante tutte le limitazioni di natura logistica, burocratica e quant’altro, hanno posto in essere industrie importanti e spesso leader in tanti settori, dando lavoro a centinaia di persone. Ho conosciuto agricoltori all’avanguardia che hanno fatto della capitanata uno dei poli agricoli tra i più importanti dell’intera Europa. Ho conosciuto, in sintesi, una Città operosa e solidale.
Caro Dott. Feltri, questa mia permanenza a Foggia mi ha fatto riflettere molto. Ho capito, finalmente, che il pregiudizio a priori, ci annebbia la vista e non ci fa essere imparziali e ci spinge ad una valutazione della realtà distorta, nella migliore delle ipotesi. Non voglio credere che il suo astio verso questa Città e verso il meridione tutto, sia per partito preso ed a priori.
La conoscenza, se non si hanno cattive intenzioni e non si è in malafede, e solo questa, può far sì che si riesca a formulare un giudizio scevro da ogni preconcetto e onesto. Io con la conoscenza ho superato i miei pregiudizi ed oggi mi sento foggiano e ne sono lieto. Se veramente Lei non è in malafede, io che non sono nato a Foggia, la invito a venirci, come mio ospite ed ospite di tutti i foggiani, per farle conoscere una realtà che Lei non conosce e che probabilmente, sempre fatta salva la sua buonafede, le farà cambiare idea.
Caro Feltri, comunque stia tranquillo, nonostante i suoi attacchi al meridione, non smetteremo, noi terroni, di consumare i prodotti delle aziende del suo nord, perché noi amiamo la nostra nazione, tutta, e siamo consci di essere spesso l’unico mercato per queste aziende e non causeremo la chiusura delle stesse par mancanza di mercato mettendo in mezzo a una strada migliaia di operai. Noi amiamo il nord e amiamo l’Italia tutta in modo speciale Milano che potrebbe essere, benissimo il capoluogo della Puglia. Non smetteremo, all’occorrenza, di inviare i nostri medici volontari ed i nostri infermieri. Sono sicuro che tutti coloro che ammalati di COVID negli ospedali del nord, non hanno chiesto quale fosse il paese di provenienza di chi, stremato da ore e ore di lavoro, teneva loro la mano nei momenti più bui e spesso durante gli ultimi attimi di vita.
Detto questo, caro Feltri, la saluto e l’aspetto nella mia Città, lieto di ospitarla.
Ruggiero Di Cuonzo