Mai come in questi ultimi anni le file del mondo delle povertà è stato ingrossato dai giocatori d’azzardo, da chi davanti ad una slot machine, in una sala scommesse o con in mano 50 euro di ipotetici gratta&vinci vincenti, ha perso tutto quello che aveva (o quasi) e si è ritrovato in mezzo ad una strada. O comunque, a causa della ludopatia e del gioco compulsivo ha visto frantumarsi relazioni e legami familiari. Un dramma sociale che non fa differenze di classe sociali, di età, di sesso, di nazionalità. E per la stazione, così come per il dormitorio o nelle mense parrocchiali, sono tante le storie di quanti hanno visto andare in fumo i risparmi di una vita, la pensione o stipendi a causa della irrefrenabile voglia di giocare, di puntare, di scommettere.
Per questo, la cosiddetta Fase2 varata dal Governo potrebbe e dovrebbe tranquillamente fare a meno del gioco se davvero si vuole ripartire proponendo la ricetta migliore per la tenuta del welfare, delle famiglie e di quanti vivono in fragilità sociale. E se non fosse per alcune sbavature, dal 4 maggio il mondo dell’azzardo avrebbe ricevuto un duro contraccolpo. Ma lo riceverà in parte, anche se è già qualcosa, tenendo conto che è un mondo in cui oltre alle lobby sguazza pure tanta criminalità organizzata, soprattutto nel mondo delle scommesse. La novità, dunque, è che partire dal 4 maggio non ci sarà la ripresa delle slot nei tabaccai e neanche le scommesse su eventi sportivi negli stessi esercizi commerciali e in quelli per i quali è stata autorizzata la riapertura. Lo stabilisce una determinazione del direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna, che ieri ha corretto la determinazione del 23 aprile che aveva deciso la riapertura graduale dell’azzardo nelle tabaccherie. E’ una decisione frutto soprattutto della battaglia portata avanti in queste settimane da associazioni e comuni. Prevista, invece, la ripartenza dei giochi come SuperEnalotto, SuperStar, Eurojackpot e Lotto tradizionale.
Nel comunicato, dunque, si legge che «a parziale modifica della determinazione direttoriale n. 125127/RU del 23 aprile 2020, in data odierna è stata emanata una nuova determinazione direttoriale che prevede l’impossibilità di riapertura della raccolta presso esercizi per i quali non vige obbligo di chiusura, delle scommesse su eventi sportivi e non sportivi, ivi compresi quelli simulati e della raccolta tramite dispositivi elettronici del tipo “slot machines ”, inizialmente prevista per l’11 maggio p.v. e la possibilità di raccolta solo in modalità online per le scommesse che implicano una certificazione da parte di personale dell’Agenzia».
Qualche giorno fa, dalle pagine del magazine Vita, Luigino Bruni – Professore ordinario di Economia Politica, Università Lumsa e Presidente della Scuola di Economia Civile – aveva scritto una accorata lettera al presidente del consiglio Giuseppe Conte in cui tra le vari riflessioni ricordava: «Stiamo uscendo più poveri da questa crisi senza precedenti, e chi era già povero e in condizioni di marginalità lo sarà ancora di più. Allora, Le chiedo: come è possibile riaprire i giochi addirittura prima delle attività produttive? Come possiamo permettere che scommesse e salegioco ricomincino a consumare i nostri concittadini più fragili, che il Governo aiuterà, giustamente, con forme varie di aiuto? Sapendo bene, dagli studi psicologici, che nei tempi di crisi e di incertezza l’azzardo aumenta e si intreccia con ansia, depressioni e con altre forme di dipendenza?».
Nella sua lettera il professor Bruni chiudeva indicando una strada: «I “giochi” e l’azzardo dovrebbero riaprire – se non possiamo chiuderli per sempre – come l’ultima attività del Paese, dopo la manifattura, i teatri, le biblioteche, i negozi. Far riaprire le sale scommesse prima dei musei e delle scuole dà al Paese – alla sua parte migliore, grazie a Dio abbondante – un messaggio etico molto negativo, che produce molti più danni, anche economici, di quelli stimabili dal MEF. Come mostrano anche gli studi di economia comportamentale, la gente dà molto finché si sente stimata e riconosciuta nelle sue virtù. Ma cambia molto velocemente se cambiano i segnali provenienti dalle istituzioni». A riguardo, è anche possibile firmare una petizione su change.org – che al momento registra oltre 19mila firme – in cui si chiede una seria riflessione sui danni della riapertura di slot, scommesse e gratta e vinci.
Emiliano Moccia