Chiude oggi l’esperienza del dormitorio allestito nella palestra “Taralli” di Foggia. Chiude, perché per il Governo e le istituzioni l’emergenza sanitaria può essere contenuta e si può tornare ad una vita quasi normale, ma l’emergenza quotidiana dei senza tetto non riguarda la collettività e può protrarsi in eterno. Chiude, perché le attività delle palestre sono ricominciate ed anche la “Taralli” deve fare la sua parte. Da oggi i senza dimora tornano in strada. Abbiamo provato disperatamente in questi giorni a ricollocare le persone più fragili, ma abbiamo ricevuto diversi dinieghi e non ci sono molti posti letto per i senza dimora in città. E questo, davvero, dovrebbe farci riflettere un po’ tutti. A partire dalla chiesa, e dal rumoroso vuoto dei suoi spazi, all’Amministrazione Comunale che anche con un Piano Locale di Contrasto alle Povertà annunciato nei mesi scorsi, è ancora in ritardo ed incapace di trovare una soluzione alternativa. Per noi parlare di noi volontari, che ancora una volta affannati a risolvere le emergenze arriviamo tardi nella programmazione degli interventi. Ci sentiamo, però, d ringraziare di cuore i volontari della CISA – Coordinamento Italiano e Sicurezza Ambientale Protezione Civile – che in questi mesi hanno assistito h24 i senza dimora al dormitorio con grande spirito di servizio e di amicizia.
Alla fine, almeno per alcuni di loro, per quelli più fragili, abbiamo trovato delle soluzioni di accoglienza. Tra queste, c’è una giovane donna tolta dalla strada proprio durante il periodo di emergenza sanitaria, e due signori in precarie condizione di salute. Grazie alla Comunità di Emmaus che ancora una volta ha mostrato il suo volto più ospitale e generoso. E grazie a tutte le donazioni ricevute in questo periodo, che ci permetteranno di garantire ospitalità in un B&B a due clochard in evidente stato di bisogno, in attesa di individuare soluzioni di accoglienza migliori.
L’esperienza di accoglienza alla palestra “Taralli” è iniziata lo scorso mese di marzo, quando l’Asl di Foggia, dopo sei anni di totale indifferenza al destino del dormitorio di Sant’Alfonso de’ Liguori, era stata colta da un improvviso senso del dovere igienico-sanitario e dopo aver effettuato un sopralluogo aveva dato parere negativo per quanto riguardava la sicurezza dei locali della parrocchia di Sant’Alfonso de’ Liguori adibiti (come sempre) in dormitorio d’accoglienza. Il verdetto negativo riguardava sia le distanze (anche se gli ospiti erano stati divisi in due strutture diverse) sia la presenza di bagni chimici installati in quanto i locali del teatro erano privi di servizi igienici. E così, Leo Ricciuto, presidente dell’associazione Fratelli ella Stazione, aveva subito contattato Luigi D’Agrosa – responsabile del COC (Centro Operativo Comunale) – per trovare un’altra soluzione di accoglienza. Di lì, la necessità ed unica alternativa di accogliere gli attuali ospiti del dormitorio – italiani e migranti – nella palestra “Taralli” messa a disposizione dall’Amministrazione Comunale di Foggia per far fronte all’emergenza. A presiedere l’intervento ed assistere h24 i senza dimora in questa lunga fase di emergenza sanitaria, sono stati i volontari della CISA – Coordinamento Italiano e Sicurezza Ambientale Protezione Civile.
In questi mesi è stata accolta tanta gente che ha potuto così fare la propria quarantena in totale sicurezza. Sono state ospitate anche delle donne sempre grazie al lavoro dei volontari della CISA. Una bella esperienza di comunità e di condivisione che giunge al termine. Ma il vero problema sarà la mancanza di un dormitorio, di una struttura alternativa. In questo, sia l’Asl di Foggia così zelante lo scorso marzo, sia il Comune di Foggia che è convinto di aver fatto abbondantemente la propria parte, avrebbero dovuto trovare un’alternativa all’interruzione del servizio di accoglienza. Ma hanno perso una bella occasione. Come sempre del resto.
Emiliano Moccia