È di nuovo tempo di Pomovero, la passata di pomodoro solidale, sostenibile e libera dal caporalato realizzata e distribuita da una rete di associazioni e cooperative sociali del Barese e del Foggiano: Cooperativa Sociale “Unsolomondo” (Bari), Cooperativa Sociale “Semi di Vita” (Bari), Masseria “Terra d’incontro” (Casamassima), Associazione “Avanzi Popolo 2.0” (Bari) e Cooperativa Sociale “Pietra di Scarto” di Cerignola. Nata dal progetto “Kilometro Vero”, finanziato dalla Regione Puglia, questa esperienza di passata collettiva è al suo quarto anno, con una produzione che in questa nuova stagione arriverà a toccare le 20.000 bottiglie, a sottolineare il grande successo ottenuto. Recupero dei beni confiscati alla mafia, lotta alto spreco, contrasto alto sfruttamento lavorativo, agricoltura biologica e sociale, inserimento lavorativo di persone in situazione di fragilità sono gli ingredienti fondamentali di questo prodotto che nel tempo ha saputo raccontare al territorio un modo differente di coltivare il pomodoro.
A partire da oggi sarà possibile prenotare direttamente la propria passata visitando il sito www.pomovero.it. «Anche quest’anno, attraverso la coltivazione delle nostre piantine, vogliamo evidenziare come l’agricoltura sociale e sostenibile possa essere una risposta a problematiche che ormai rappresentano tragicamente una tipicità dei nostri territori, come lo sfruttamento dei lavoratori e dell’ambiente – affermano gli organizzatori – . Da anni con l’inizio dell’estate ci ritroviamo a sentir parlare di “emergenza caporalato”, di ghetti, di morti a causa della fatica o per mano dei propri aguzzini. Con l’introduzione della legge 199/16 si è fatto un passo avanti importante, ma il mercato continua a stritolare i produttori con prezzi da fame; e questi a loro volta si appoggiano al sistema dei caporali per recuperare economie a danno di chi — sfruttato – si troverà con qualche euro alla fine di una giornata di lavoro massacrante durata tra le 10 e le 12 ore. Tutto questo non è accettabile!».
Perché acquistare e sostenere Pomovero, allora? Perché «non si appoggia un modello di produzione marginale, alternativa o di nicchia, ma esattamente il contrario: si sostiene una filiera autodeterminata che parla direttamente ai consumatori ed evidenzia la necessità di ripensare l’agricoltura, allontanandosi dal margine a tutti i costi a discapito di qualcuno e mettendo al centro l’ambiente e le persone».E questo lo racconta bene lo slogan che la rete ha scelto per questa nuova stagione: “Pomovero: passata per te, futuro per tutti!”