La colpa di essere nati nella parte sbagliata del mondo. Un’altra piccola innocente muore nell’indifferenza- pensieri senza dimora

di Ruggiero Di Cuonzo

Mio Dio, quando finirà tutto questo? Quante lacrime di madri, padri, fratelli o sorelle dovranno ancora essere versate sui corpi senza vita dei migranti annegati nel Mediterraneo? Quante madri non avranno mai indietro un corpo sul quale piangere? Le colpe dei padri devono ricadere sui figli? (Esodo 20,5, Leviatano 26,39 e Isaia 14,21). Ma di quale colpa si è macchiato il padre o la madre di quella neonata di 5 mesi trovata morta sulla spiaggia di Sourman in Libia? E’ una colpa essere nati nella parte sbagliata del mondo? E’ una colpa sperare in un futuro migliore? E’ una colpa fuggire dalle guerre, dalle carestie o dalla fame, quella vera, quella che ci rimanda le immagini di uomini e donne e bambini pelle e ossa con lo sguardo sofferente e rassegnato ad un destino atroce? E’ una colpa reclamare con tono pacato e quasi con una supplica il diritto ad essere considerati esseri umani?

Come sempre, davanti a quest’ultimo scempio, davanti a questo corpicino, a quest’altra vita spazzata via dalla crudeltà dei carnefici libici e dei loro complici, e sono complici tutti coloro che fanno in modo che tutto ciò avvenga e coloro che fanno finta di non saperne niente, verranno versate ettolitri di lagrime e profusi fiumi di parole che ancora una volta lasceranno il tempo che trovano nella colpevole immobilità di tutti coloro che torneranno alla propria quotidianità alle prese con i piccoli problemi di tutti i giorni rimuovendo dalla mente questa tragedia. Salvo poi ritornare a piangere e a profferire belle parole davanti alle prossime tragedie dei viaggi della speranza.

Signori, la vergogna libica è anche la nostra vergogna. La Guardia costiera libica ed i lager che eufemisticamente vengono chiamati centri di detenzione per migranti, sono finanziati anche con i soldi del Governo italiano. Uno qualsiasi dei gironi infernali della Divina commedia, sarebbe una sorta di paradiso per coloro che sono costretti a starci per mesi e mesi prima di imbarcarsi su un gommone fatiscente o su una barca il più delle volte destinata al naufragio. Chissà, forse a volte è meglio la  molto probabile morte che le percosse inaudite, le violenze quotidiane, anche sessuali, e le torture inimagginabili subite gratuitamente in quei posti.

Spero tanto che tutto ciò possa finire un giorno non lontano. Ma mi rendo conto, altresì, che se non prendiamo coscienza, collettivamente, che il rispetto della vita umana, di qualsiasi vita umana, deve essere posto al vertice della nostra scala dei valori, e che l’indifferenza o la commozione di facciata ci rendono complici di questo scempio di umanità che si consuma sotto i nostri occhi, non basteranno, gli ettolitri di lacrime ed i fiumi di belle parole a salvarci.
Se veramente i figli dovranno pagare le colpe dei padri, quale destino atroce è riservato ai nostri Figli?