Multare chi chiede l’elemosina senza dare fastidio non è umano ed è contro la legge, la nuova vittoria di Avvocato di Strada

«Multare chi chiede l’elemosina senza dare fastidio a nessuno perché vive in una condizione di estremo disagio economico non è umano, ed è anche contro la legge. Secondo i nostri legali l’ordinanza emessa dal Comune di Cigliano presentava alcuni aspetti di criticità e per questo, come già fatto in altri territori, lo scorso agosto abbiamo deciso di impugnare l’ordinanza e di presentare un ricorso straordinario al Capo dello Stato. Un ricorso che non è arrivato a conclusione proprio perché il Comune di Cigliano, evidentemente resosi conto dell’illegittimità dei propri atti, nel frattempo ha ritirato l’ordinanza». Per l’associazione Avvocato di Strada è un’altra, importante vittoria nel difficile cammino di tutela dei diritti delle persone senza dimora. Il Comune di Cigliano (VC), che voleva vietare ogni forma di accattonaggio, anche quello non molesto, ha ritirato infatti l’ordinanza contro cui Avvocato di strada ha fatto ricorso al Presidente della Repubblica.

«Una vittoria per la nostra Associazione e per tutti coloro che si impegnano a dare voce a chi voce non ha» spiegano da Avvocato di Strada, che attraverso i 55 sportelli presenti in tutta Italia – tra cui quello di Foggia – offre assistenza legale gratuita a quanti non possono beneficiare del gratuito patrocinio a spese dello Stato in quanto privi del requisito della residenza. Lo studio legale più grande d’Italia ma anche quella che fattura di meno, che offre le proprie competenze a chi vive in povertà. Italiani e migranti. «Uno dei nostri obiettivi, con la nostra azione, è di sensibilizzare cittadini e istituzioni sui temi dei diritti in relazione a povertà ed esclusione sociale. Facciamo questo non solo attraverso atti legali, ma anche con pubblicazioni, progetti, convegni e corsi di formazione. Siamo dunque felici di aver contribuito anche in questo caso a far tornare sui propri passi l’amministrazione comunale e a ristabilire la vera legalità: quella che rispetta i diritti di tutti, anche dei più deboli – spiegano – . Il ricorso contro il Comune di Cigliano è stato un chiaro esempio di come fare rete sia il modo migliore per poter tutelare i diritti degli esclusi».

Come infatti spiegano dalla sezione torinese dell’Associazione: «Dietro questa vittoria ci sono molte persone che hanno lavorato insieme, ciascuno dando un contributo essenziale: chi ha segnalato la violazione del diritto, chi ha studiato le carte, chi ha raccolto le firme, e così via: tutti hanno portato un mattone e insieme abbiamo costruito un muro a difesa di chi non ha voce».