Questo articolo è stato pubblicato nel numero giugno/luglio 2020 del giornale di strada “Foglio di Via”
di Emiliano Moccia
Che fine hanno fatto? Sono ancora più nascosti di prima. Le cause? L’emergenza sanitaria legata al covid-19. La chiusura del dormitorio che per sei anni abbiamo gestito nella parrocchia di Sant’Alfonso de Liguori, determinata dall’Asl di Foggia all’inizio del lockdown. La pigrizia della chiesa di casa nostra, l’immobilismo dell’Amministrazione Comunale di Foggia, l’inesistenza dell’opposizione tra gli scranni di Palazzo di Città. I senza dimora, insomma, non si incontrano più come prima. Non riusciamo più ad intercettarli nei luoghi che prima frequentavano, in particolare il quartiere ferrovia. In stazione non possono dormire, a causa dei controlli sulla sicurezza sanitaria. Alcuni di loro hanno raccontato di essersi spostati in città più piccole, come Lucera o San Severo, perché in quelle stazioni i controlli sono più leggeri ed almeno la notte possono dormire tranquilli.
Ma spostare il problema o nasconderlo non vuol dire che questo non esista più. Anzi. E’ un problema che si acuisce, che si aggrava, perché persone in stato di necessità, di povertà e di bisogno sfuggono dalle cure e dai servizi, dalle relazioni umane, isolandosi ancora di più, diventando ancora più diffidenti. Far vivere loro una doppia condizione di invisibilità, legata anche alla paura del momento che stiamo vivendo, non fa bene alla nostra comunità. Che dovrebbe accogliere, aprirsi, intercettare i bisogni e provare a risolvere i problemi. Nel numero che uscirà a settembre, ci auguriamo di poter raccontare dell’avvio del Piano Locale di Contrasto alle Povertà del Comune di Foggia, che potrebbe dare delle risposte importanti, ma che comunque parte troppo in ritardo rispetto al problema. E resta grave che fino ad oggi non esista almeno un dormitorio pubblico in città, come se la questione non fosse ami esistita. Perché nascondendo tutto sotto ad un tappeto, trattando le persone alla stregua della polvere, si mettono in gioco dei principi cardine che hanno animato le rivoluzioni sociali, politiche e culturali: la fraternità, l’uguaglianza, la solidarietà. E la libertà.