Banchi dei pegni, usurai, Compro Oro: diventano spesso l’ultima spiaggia di chi è indebitato. A parlarne è il dossier “Cortocircuito. Come la spirale del debito impoverisce il tessuto sociale” a cura di Filippo Torrigiani e di don Armando Zappolini, presentato ieri dal Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca) nel corso di un webinar. Ai Banchi dei pegni, dunque, gli avventori si rivolgono «per le più svariate necessità: spese inattese/impreviste, pagamento di rette per l’accesso e il mantenimento allo studio universitario, ristrutturazioni edili, inizio di nuove attività lavorative», impegnando i cosiddetti «gioielli di famiglia».
Nel dossier del Cnca, quindi, emerge che «l’emergenza Covid-19 negli ultimi mesi non ha fatto che peggiorare un quadro già preoccupante, che incontriamo quotidianamente e che denunciamo da anni. Si tratta di situazioni di marginalità connesse ad un aumento, negli ultimi anni, della popolazione in condizione di povertà assoluta e relativa, come tutti i dati purtroppo confermano”. Il lavoro di Filippo Torrigiani e di don Armando Zappolini racconta «la diffusione sempre più massiccia e capillare negli ultimi anni oltre agli storici Banchi dei pegni, collegati alle grandi reti bancarie e finanziarie, di reti di negozi di Compro oro e simili molto frequentati dalle popolazioni a noi note». Senza dimenticare «a piaga storica del prestito per usura, da sempre presente soprattutto nei territori più difficili della nostra penisola e controllata in larga parte dalle organizzazioni criminali».
Per entrare maggiormente nel dettaglio e capire quanto questo fenomeno sia dilagante e preoccupante occorre soffermarsi su quanto documentato nel rapporto: «L’impossibilità di accesso al credito legale contribuisce purtroppo ad accrescere e alimentare» il fenomeno dell’usura, «totale appannaggio di sodalizi malavitosi i quali, tramite meccanismi di funzionamento ad ingranaggi ben oleati, dispensano liquidità di denaro immediata». Infine, i Compro oro, dove si vendono «i propri gioielli così da ricavare contante in maniera immediata e giungere più agevolmente a fine mese. Queste tipologie di esercizi commerciali hanno rappresentato e rappresentano tutt’oggi per molte persone che vi si rivolgono, talvolta prosciugando risorse importanti, una speranza effimera indirizzata ad arginare fasi di criticità economica».