Le lacrime per quel suo figlio che ora finalmente corre libero, piccole storie per raccontare “La Puglia non tratta”

Piangeva spesso davanti alla nostra macchina, non per sé stessa, per la sua situazione che pur avrebbe meritato disperazione. Piangeva per suo figlio. Gli aveva dato un nome importante, come ad elevarlo da un destino infausto, come a tracciare per lui una vita piena di traguardi. Gli aveva dato un nome importante per sopperire alla mancanza di un cognome: era figlio di un cliente incauto, di uno di quei vecchiacci che lei non ricorderà, di un marito, un padre che non ha voluto usare precauzioni perché tanto sulle/ con le donne di strada tutto si può.

Ha pianto lacrime amare e noi le abbiamo raccolte, abbiamo con attenzione fatto ciò che un ente anti-tratta deve fare: dare voce a chi non ha voce. Abbiamo accolto e consolato il suo sguardo, abbiamo scritto e ci siamo mossi. Il resto lo hanno fatto le forze dell’ordine!
L’ho rivista durante l’udienza di quel processo farsa dove i veri colpevoli con il rito abbreviato hanno concordato una pena lieve per i reati commessi. Era con le spalle dritte! Il bimbo correva libero nell’aula, finalmente poteva correre; finalmente non aveva un carceriere a trattenerlo.

*** Piccole storie per raccontare il fenomeno della tratta e dello sfruttamento sessuale, per far sentire di più la voce delle vittime, il loro grido di aiuto, di umanità non negata. Piccole storie frutto del lavoro dell’unità mobile di strada della cooperativa sociale Medtraining di Foggia, che nell’ambito del progetto “La Puglia Non Tratta – Insieme per le vittime”, interviene nell’area territoriale della Capitanata – che comprende Monti Dauni, Tavoliere delle Puglie e promontorio del Gargano.

“La Puglia non tratta – Insieme per le vittime” è finanziato dal Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ed è promosso dalla Regione Puglia – Sezione Sicurezza del Cittadino, Politiche per le Migrazioni ed Antimafia Sociale.
Foto di Pina Suriano. ***