Fili di speranza: nella parrocchia San Paolo a Foggia “cuciamo relazioni”

Il locale scelto per il laboratorio è spazioso e luminoso. Le pareti colorate su cui fanno bella mostra schizzi e disegni parlano di calore e accoglienza. Fiori, piantine e scatole colorate regalano profumi e armonie. E poi modelli, macchine da cucire, aghi e fili colorati, quei fili preziosi per cucire emozioni e relazioni.

Si promuove l’economia circolare tutta al femminile nella parrocchia San Paolo di Foggia. E non poteva esserci data più simbolica dell’8 marzo per tenere a battesimo il progetto promosso dal Rotary Club “Umberto Giordano”, Caritas Diocesana e Fondazione dei Monti Uniti che si sono fatte carico di tutte le attrezzature e il necessario per attivare il laboratorio.

L’estrema periferia

Il laboratorio

“Cuciamo le relazioni” ha preso casa nella parrocchia al quartiere CEP, estrema periferia ritenuta da tanti, a torto, una vera e propria “gatta da pelare”. A coordinare il progetto un servo di Dio ma anche uomo concreto, don Antonio Menichella: alterna la preghiera all’opera, l’una non esisterebbe senza l’altra e lo sanno bene i parrocchiani che si sono avvicendati nel corso del suo ministero. 

Oggi più che mai si occupa di diverse iniziative: i giovani, le famiglie bisognose – che nel periodo di Covid sono ovviamente aumentate – e ogni attività comunitaria.

Il sacerdote ha dato il via a un percorso di formazione permanente indirizzato alle donne che si sono iscritte spinte dalla curiosità, dal desiderio di rimettersi in gioco e dalla voglia di imparare. Purtroppo, qualcuna è rimasta temporaneamente fuori lista ma l’intenzione è di inserirle a settembre con un nuovo corso, trattandosi di un progetto permanente.

Sei aspiranti sarte

“Cuciamo le relazioni” è un’opportunità formativa data a sei aspiranti sarte (numero ridotto per le limitazioni anti-Covid), casalinghe e disoccupate che si rimettono in gioco con l’arte del cucito e del riuso. Uno sguardo diverso verso il futuro, un futuro di speranza e di nuovi possibili progetti. 

Le iscritte sono seguite da sarte professioniste e a conclusione di questo corso (previsto nel mese di giugno), riceveranno un attestato. Con i lavori realizzati, invece, si allestirà una mostra o un mercatino.

Tra relazioni e socializzazione

«È un’iniziativa che oltre alla socializzazione vuole creare delle vere relazioni – spiega don Antonio –. Il cucito come aggancio per rapporti di conoscenze e condivisioni, molto sacrificate in questo periodo di pandemia». E la proposta è stata già apprezzata: «La gente è contenta e ha risposto positivamente», sottolinea con una certa soddisfazione.

Il futuro qui è donna, il futuro qui vuole cucire relazioni.

Cinzia Rizzetti

(Articolo realizzato all’interno del laboratorio di giornalismo & scrittura creativa presso il “Centro Diurno Il Dono”, finanziato dall’Otto per Mille della Chiesa Valdese).