La tratta delle donne ai tempi del Covid-19, l’esperienza del progetto “La Puglia Non Tratta” nel volume di Slaves no More

C’è anche il prezioso contributo degli operatori della cooperativa sociale Medtraining, impegnati nel progetto “La Puglia Non Tratta – Insieme per le vittime”, tra le pagine del volume “Tratta, Sfruttamento, Servizi, Covid-19: e ora?”, pubblicato dall’associazione Slaves no More per tenere alta l’attenzione sul fenomeno della tratta e dello sfruttamento di esseri umani. L’Associazione Slaves no More persegue il fine esclusivo della promozione sociale, umana, civile, culturale e interculturale di donne e minori in situazioni di vulnerabilità e difficoltà, vittime di violenze, abusi, tratta e riduzione in schiavitù. Per questo, lo scorso 19 marzo ha organizzato il webinar dal titolo “E’ ora. Tratta, Sfruttamento, Servizi: E’ Questa l’Ora di Agire”, al quale ha partecipato anche Elena Bonetti, ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia.

Nel corso dell’incontro, quindi, è stata presentata anche la pubblicazione degli atti che raccontano il fenomeno della tratta in tempo di Covid-19, sollevano domande alla politica ed alle istituzioni sugli interventi da adottare, e raccontano anche esperienze di contrasto e presa in carica delle vittime. Come nel caso de “La Puglia Non Tratta “, che grazie ai contributi di Roberto Lavanna, coordinatore per la Capitanata del progetto, Concetta Notarangelo, operatrice di strada, Maria Antonietta Tucci, psicologa del progetto, ha potuto evidenziare le attività fin qui portate avanti nell’area territoriale della provincia di Foggia, che comprende Monti Dauni, Tavoliere delle Puglie e promontorio del Gargano.

Perché la pandemia ha aggravato le disuguaglianze nuocendo maggiormente a chi era già in stato di bisogno, di povertà, di emarginazione. Le persone trafficate e sfruttate, presenti in Italia come in tutta Europa, sono parte di questa condizione di disuguaglianza e di necessità. «Le restrizioni imposte dal Governo italiano a marzo 2020 per frenare la diffusione del Covid-19 hanno dunque abbattuto verticalmente il reddito di chi lavora nel commercio del sesso. La natura di questo settore – e il canale del traffico di esseri umani che lo alimenta – implica che pochissime donne hanno la documentazione necessaria per richiedere i benefici e il sostegno finanziario di cui hanno bisogno. Per questo, gli operatori del progetto “La Puglia non tratta” hanno raccolto numerose richieste di aiuto economico e/o alimentare da parte delle donne che hanno continuato a prostituirsi, rispondendo sempre a quelle di carattere alimentare – è scritto nel libro nel capitolo dedicato all’intervento di Medtraining – . Alcune delle donne incontrate sulla strada hanno detto di aver esercitato nel corso del lockdown l’attività prostitutiva all’interno di appartamenti con tariffe di 50 euro a prestazione, dai 10 ai 20 euro della strada».

Il progetto “La Puglia non tratta – Insieme per le vittime”, finanziato dal Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è promosso dalla Regione Puglia – Sezione Sicurezza del Cittadino, Politiche per le Migrazioni ed Antimafia Sociale – in collaborazione con sette enti anti tratta del territorio regionale: le cooperative sociali Medtraining (Foggia), Comunità Oasi2 San Francesco onlus (Trani), Atuttotenda (Maglie-Lecce), CAPS (Bari); le associazioni Giraffa! (Bari), Micaela (Adelfia-Bari), Comunità Papa Giovanni XXIII. 
Emiliano Moccia