Io, vaccinata e felice: il mio “tour de force” in Fiera

Primo giorno di apertura del capannone presso la Fiera d Foggia, per la campagna vaccinale anti Covid-19. Foggia rinasce. A metà mattina, la fila composta di gente, A.S.L. e medico curante, procede senza resse, senza affollarsi, mantenendo un corretto distanziamento. Eppure (come capiterà in alcune giornate successive) nella mia città le regole esistono per essere infrante.

Ci aiuta anche una splendida giornata di sole. La mia dottoressa, medico di famiglia, aspetta e accoglie i pazienti: così ci aggreghiamo, formiamo un bel gruppetto, uniti e compatti ma distanziati, diretti alla volta dell’ingresso, dove poi ci avrebbero fatto sedere, in lista d’attesa, per la nostra vaccinazione.

Giusto per allentare un po’ la tensione e velocizzare la pratica, ci danno dei fogli da compilare. E intanto sei attenta a sentire se ti chiamano, se ti passano avanti e, soprattutto, a fare la fila giusta.

In tutto questo mi aiuta un altro angelo, che mi dà indicazioni utili. Uno dei tanti aiuti umani che il Signore mi mette accanto, quando mi vede in forte difficoltà. In tutto questo, un plauso alla Protezione Civile: corretta, gentile e disponibile.

Faccio la fila per andare a fare il vaccino (pochissima gente, ma lo stress mi ammazza!).

Va tutto come speravo! Il vaccino con l’ausilio del mio medico curante, che mi conosce e sa la mia anamnesi, mi viene somministrato presto. Tutto fila liscio.

La fretta e l’ansia, però, mi giocano un piccolo scherzo: manca l’attestato d vaccinazione, corro allo sportello, e me lo procuro subito.

Dopo un quarto d’ora dal vaccino, nessun sintomo e vado via.

Il riposo del guerriero. Mi vien detto di osservare le stesse, identiche regole dei giorni precedenti.

Entro tre settimane mi chiamerà il medico di famiglia per dirmi dove e a che ora fare il richiamo, occasione in cui mi sarà dato il libretto per la vaccinazione.

In sostanza, si prevede un altro tour de force.

Ma sono sollevata. E vaccinata.

Carmela Bellodi
(Articolo realizzato all’interno del laboratorio di giornalismo & scrittura creativa presso il “Centro Diurno Il Dono”, finanziato dall’Otto per Mille della Chiesa Valdese).