«Ma la vita è un’altra, è crudele e disperata, devi armarti di pazienza ed affrontare la giornata. Lanciano monete, mi dicono cose belle ma io ho bisogno d’altro, devi toccarmi la pelle». Non sempre le canzoni sui senza dimora hanno la capacità di essere crude e vere, di andare al cuore dei problemi. “Invisibili” è il brano del gruppo molfettese Diolovuole Band, che, manco a dirlo, si ispira e dedica la sua produzione musicale a don Tonino Bello, indimenticato vescovo ed esempio di impegno civile per tanti giovani. Consigliamo vivamente la visione del video e l’ascolto del brano non solo per la sensibilità del testo e l’originale sound folk-rock, ma anche perché una delle peculiarità della band consiste nella performance recitativa, apprezzabile anche in “Collocazione provvisoria” e “Periferie”, sotto la preziosa regia di Michele Giannossi.
Tornando ad “Invisibili”, il senza dimora protagonista di cui ascoltiamo pensieri, ragionamenti e speranze è un padre di famiglia che, a causa dell’alcolismo, rompe con la moglie e si trova a fare i conti con le difficoltà della vita in strada «senza volto né memoria: quando tieni tutto dentro hai solo voglia di scoppiare, quando giri su te stesso senza un remo per remare». Non è una visione edulcorata della povertà quella che ci racconta la Diolovuole Band, le storie che spesso raccontiamo ce lo confermano. Così come è realistica la voglia di ricominciare, di provarci ancora, il tocco di speranza per dire: «Ogni mattina guardo il cielo su di me e sogno il mondo diverso da com’è: capisco allora che dipende da me rialzarmi e ricominciare».
Andrea La Porta
L’articolo è stato pubblicato nel numero Marzo-Aprile 2021 del giornale di strada Foglio di Via sostenuto da Fondazione Vodafone Italia.