La partita dell’inclusione è una di quelle sfide in cui a contare di più è l’incontro con l’altro, e non chi vince o chi perde. Perché la condivisione, l’accoglienza, l’incontro sono gli ingredienti migliori per superare pregiudizi, paure, intolleranze verso chi è dovuto fuggire dal proprio Paese a causa di guerre, violenze, persecuzioni, limitazioni dei diritti. Per questo, anche una semplice partita di calcetto può rappresentare molto di più. Può rappresentare il concetto stesso di integrazione, apertura, confronto, conoscenza. Proprio come nel caso del mini torneo di calcetto dell’integrazione organizzato ieri da Casa dei Diritti di Siponto in occasione della “Giornata Mondiale del Rifugiato”, appuntamento annuale voluto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati nel mondo.
Le tre partite svoltesi sui campi del Centro Sportivo “Stella Maris” sono state un’occasione per favorire un momento di socializzazione e di incontro tra la comunità migrante e quella italiana, con l’obiettivo di creare un’occasione di scambio, di condivisione, di conoscenza. A scendere in campo sono stati gli ospiti dei progetti SAI – Sistema di Accoglienza Integrazione – gestiti dalla cooperativa sociale Medtraining in diversi comuni della provincia di Foggia, gli operatori e dipendenti della stessa cooperativa ed alcuni ragazzi di Manfredonia, in cui è attivo uno dei progetti di accoglienza.L’evento sportivo, sociale e culturale si è ispirato al titolo della campagna promossa quest’anno dall’Unhcr – Agenzia Onu per i rifugiati – per chiedere la piena inclusione dei rifugiati in ogni ambito della società, dal lavoro allo studio allo sport è: «Insieme possiamo fare la differenza – Together we can do anything».