Seconda parte
La professoressa Annamaria Fantauzzi, docente di Antropologia medica e culturale all’Università di Torino, è stata una delle esperte del percorso Selfinvestigation, parte integrante del Pon (Programma operativo nazionale) Noi Domani proposto a 20 studenti dall’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Michelangelo Bartolo” di Pachino, in provincia di Siracusa.
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All’interno del percorso condotto dalla professoressa Fantauzzi, sono state ospitate testimoni che hanno raccontato di sé o di altre donne. Marie-Jeanne Balagizi, coordinatrice del Forum Africano Italiano e Presidente del Collettivo delle Donne Africane in Italia; Costanda Anuti, rumena emigrata in Italia da vari anni; Martina Messina, studentessa liceale guarita dalla leucemia; Noemi Matzutzi, infermiera impegnata sul fronte del Covid; Angela Gianì, ex direttrice di Istituto penitenziario; Manuela Romano, funzionaria pedagogica presso il carcere di Giarre; Elena Miglietti della scuola Holden fondata da Baricco; Elinpaola Murè e Vera Parisi dell’Associazione Toponomastica femminile; Anna Baiguera, imprenditrice della scarpa.
Mariannina Ciccone da Noto: il coraggio di dire no
Riportiamo, di seguito, alcune delle loro testimonianze.
Elinpaola Murè e Vera Parisi, docenti di Storia e Filosofia presso l’I.I.S. “Matteo Raeli” di Noto, facenti parte dell’associazione Toponomastica femminile, hanno raccontato la storia di due donne, Mariannina Ciccone e Gaetana Midolo, utilizzando il metodo del Kamishibai, il teatro in valigia dell’antica tradizione giapponese.
Di origini netine, Mariannina Ciccone insegnò all’Istituto di Fisica dell’Università di Pisa e si distinse per un gesto eroico quando, nel 1944, impedì ai soldati nazisti di depredare la biblioteca della Normale di Pisa. «Per una donna del Sud di quei tempi – ha spiegato la professoressa Murè – essere coraggiosa non è stata questione di un momento, come l’episodio che la vide fronteggiare i nazisti, ma è stato un atteggiamento costante, un modo di porsi che caratterizzava il suo temperamento.
I suoi genitori, ad esempio, le avevano proposto di intraprendere gli studi umanistici, come era consuetudine per una donna di allora, ma lei si oppose fermamente, scegliendo gli studi di Fisica nei quali poi brillò».
Gaetana Midolo e il progetto Toponomastica femminile
La professoressa Vera Parisi ha ripercorso la vicenda di Gaetana Midolo, proveniente da Noto e morta insieme ad altre 129 operaie (delle 38 vittime italiane, 24 erano siciliane), nell’incendio della fabbrica Triangle Waist di New York avvenuto il 25 marzo 1911. Quella di Gaetana Midolo, nonostante le apparenze, è una storia di riscatto e di speranza, sebbene dall’esito drammatico. La storia di una donna che decise di espatriare in cerca di un’opportunità che poi le fu preclusa. Il libro Camicette bianche. Oltre l’8 marzo di Ester Rizzo (Navarra Edizioni, 2014) ricostruisce il suo profilo e quello delle altre protagoniste che furono vittime della tragedia in un testo che è anche frutto del progetto Toponomastica femminile.
Le docenti Parisi e Murè condividono lo spirito di questa Associazione, nata su Facebook nel 2012, che cerca di sollecitare l’opinione pubblica e le istituzioni affinché strade e piazze siano intitolate a donne che a vario titolo hanno dato il loro contributo per migliorare il mondo. Attualmente, la percentuale si aggira attorno al 3-5%, sante e versioni della Madonna comprese, mentre gli spazi urbani dedicati agli uomini sono attorno al 40%.
La città di Noto non ha dimenticato Gaetana Midolo. Oggi reca il suo nome una rotatoria, alla fine del Corso Vittorio Emanuele, dove è stata collocata una stele con 9 scalini cavi, tanti quanti erano i piani della fabbrica da cui la maggior parte delle operarie fu costretta a buttarsi. Una strage che, per le sue modalità (alternativa agghiacciate tra finire bruciati o lanciarsi nel vuoto), anticipò quanto sarebbe successo 90 anni dopo con l’attacco alle Torri Gemelle.
Da padre in figlia, una passione per la scarpa
Anna Baiguera, imprenditrice bresciana, ha condiviso con i ragazzi le tappe che l’hanno condotta a creare un marchio di scarpa oggi riconosciuto in tutto il mondo. Dalle prime esperienze come avvocatessa, un mestiere scelto per affrancarsi dalla tradizione calzaturiera familiare, fino alla scoperta di una vocazione personale, l’itinerario non è stato rettilineo. Una studentessa ha chiesto all’imprenditrice che cosa l’avesse spinta a fondare la sua maison. Anna Baiguera le ha risposto ricordando un episodio cruciale della sua vita professionale antecedente. A causa di un processo che la vedeva come avvocato difensore di un presunto pedofilo non era riuscita a dormire per giorni e giorni. Quel disagio le aveva fatto capire che la sua strada non poteva essere quella delle aule di Tribunale, ma doveva essere un’altra. Non necessariamente la strada già battuta dalla sua famiglia, ma una sua propria, sebbene indiscutibilmente legata a una storia a cui lei stessa apparteneva. Svolgere oggi un lavoro nel quale si ritrova e che la soddisfa non ha eliminato tuttavia le difficoltà che, nell’anno della pandemia, sono coincise con un calo importante degli ordini e del fatturato. Dietro le spalle di Anna Baiguera, collegata in videoconferenza, gli studenti del Pon hanno intravisto una parete tappezzata di post-it e grafici che servono a tracciare l’andamento del mercato, in particolare durante il lancio di un nuovo modello. «La fatica è tanta – ha ammesso -, ma quando alla fine vedo indossata una mia scarpa, l’emozione che ancora mi dà questo fatto, mi ripaga da qualsiasi fatica». Quelle di Anna Baiguera sono collezioni esclusive, dedicate a un tipo di clientela che non cerca il tacco alto per rimarcare la propria femminilità. Le sue, infatti, sono soprattutto ballerine di lusso, uniche nel loro genere, nelle quali l’incrocio di arte e tecnica trova una sintesi felice. E celebra il meglio del made in Italy.
(Articolo realizzato da venti studenti dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Bartolo” di Pachino, coordinati dalla professoressa Manuela Caramanna, all’interno del Pon Selfinvestigation)