Una Strada nel nome di Giovanna Tortorella. Intitolare alla senza dimora morta la residenza anagrafica fittizia

Una Via nel nome di Giovanna Tortorella. Una strada nel suo ricordo e nel ricordo di tutti i senza dimora che in questi anni sono morti emarginati, invisibili, ignorati. In particolare da chi doveva prendersi cura di loro: dalle Istituzioni Pubbliche. Da chi ci Governa, da chi siede (o sedeva) nel Palazzo più importante della città da cui si prendono le decisioni politiche per il bene della collettività, soprattutto per quanti vivono in fragilità sociale. Ma nulla di tutto questo è stato fatto in questi ultimi anni dall’Amministrazione guidata dall’ex-sindaco Franco Landella. Anzi. Per questo, il giornale di strada “Foglio di Via” lancia una nuova campagna sociale: intitolare la residenza anagrafica fittizia oggi denominata “Via della Casa Comunale” a Giovanna Tortorella. Sì, dedicare a lei la via “invisibile” che produce effetti giuridici nella vita delle persone senza dimora, perché quella via consente di riacquistare tutti quei diritti smarriti negli anni della povertà, dell’invisibilità più cocente: il diritto al voto, alle cure sanitarie, alla casa, alle misure di contrasto alla povertà.

Lo dobbiamo a Giovanna come comunità. Ma glielo devono soprattutto le Istituzioni che hanno sempre ignorato gli appelli per aiutarla, per salvarle la vita. Per rubare soldi, chiedere mazzette, bloccare i servizi di un’intera comunità con il loro comportamento immorale, avevano sempre tempo. Ma di pianificare interventi, servizi, accoglienza per quanti come te Giovanna vivevano per strada, il tempo non lo trovavano mai. E tu sei morta. E prima di te, ne sono morti altri. Ma oggi chiediamo che quella “Via della Casa Comunale” così freddo, così anonimo, così grigio, possa finalmente colorarsi con un nome di donna, di persona vera, di chi ha davvero sofferto la piaga della solitudine. A Bologna, per esempio, questa via si chiama Via Mariano Tuccella, a Roma Via Modesta Valenti, a Napoli Via Alfredo Renzi e così via. A Foggia nel 2009, anno in cui fu istituita, scelsero un nome freddo e provvisorio, che è rimasto per tutto questo tempo. E’ il momento di cambiarlo, di dargli un destino diverso, anche per rendere meno etichettabili le persone senza dimora che ottengono la residenza anagrafica fittizia, facilmente riconoscibili con quel tipo di denominazione.

La prima lettera inascoltata
E’ il momento di cambiarlo ed è il momento di intitolarla a te. Perché anche Marilisa Magno, commissario Prefettizio del Comune di Foggia, ed i su commissari devono sapere quello che ti hanno fatto. Come ti hanno ignorato, perché troppo presi a pianificare intrallazzi nelle stanze dell’Ufficio di Gabinetto. Lo abbiamo denunciato da un anno, ma nessuno ci hai mai dato una risposta. Nessuno. nel dicembre del 2019 l’amministratore di sostegno inviò una pec al sindaco di Foggia, Franco Landella, e ai Servizi Sociali del Comune, per segnalare lo stato di degrado, abbandono ed incuria in cui vivevi e quanto quella situazione fosse pericolosa per la tua salute. Non rispose nessuno in modo formale, solo un contatto da parte di un’assistente sociale in forza ai Servizi Sociali del Comune di Foggia che aveva manifestato la possibilità di farti ottenere il Reddito di Dignità, ma ovviamente Giovanna quello era un tuo diritto già ampiamente previsto qualora si fosse riusciti a convincerti e a farti ottenere il requisito della residenza anagrafica fittizia, che apre le porte a tutti i diritti per i senza dimora: diritto alla eventuale pensione, al voto, all’assistenza sanitaria e tutto il resto. Ciò che però creava ed ha sempre creato maggiore allarme in tutti questi anni, come ben documentato anche dal corposo dossier più volte segnalato anche dalla Polizia Ferroviaria (Polfer) ai Servizi Sociali del Comune di Foggia e alla Procura della Repubblica, erano le terribili condizioni igienico-sanitarie in cui vivevi, persa tra rifiuti, sporcizie, odori nauseabondi, alimenti scaduti, lattine e così via. Oltre alla preoccupante igienicità mentale che probabilmente consigliava per te interventi più solidi, seppur temporanei, per salvaguardarle la salute. Come un Trattamento Sanitario Obbligatorio per esempio.

La seconda lettera inascoltata
Anche per questo, nel mese di febbraio 2020 un Consulente Tecnico di Ufficio (CTU) nominato dal giudice del Tribunale di Foggia per verificare il tuo stato fisico e mentale, consigliò all’amministratore di sostegno di fare una ulteriore segnalazione sulle tue precarie condizioni. La pec fu inviata lo scorso 4 marzo all’attenzione del sindaco di Foggia, Franco Landella, dei Servizi Sociali del Comune e dell’AMIU Puglia ed aveva come oggetto: Tortorella Giovanna, nata il 02.09.1967 in Foggia, senza fissa dimora – richiesta intervento di sanificazione e pulizia dei luoghi di dimora. Nella lettera si segnalavano «le condizioni di degrado in cui versa la Signora Tortorella Giovanna, attualmente senza fissa dimora e l’urgente necessità di un intervento per la sanificazione e la pulizia dei luoghi in cui ella abitualmente dimora (vale a dire, Piazza Vittorio Veneto, nella zona dei portici prospicienti alla Via Monte Sabotino). Ed invero, la condizione di estrema sporcizia in cui versano tali luoghi forma un notevole rischio sanitario non soltanto per la signora Tortorella, ma per chiunque frequenti gli spazi in oggetto. Si richiede, pertanto, l’urgente intervento del Servizio Sociale e Prevenzione e/o dell’unità operativa dell’azienda AMIU. Si richiede, inoltre, al Sindaco di valutare l’opportunità di un Trattamento Sanitario Obbligatorio, in considerazione delle evidenti problematicità di rango psichiatrico che affliggono la sig.ra Tortorella Giovanna». Giovanna sei morta l’11 marzo, qualche giorno dopo quella lettera a cui non è seguita alcuna risposta ed alcun intervento. Mai.

Mai più morti silenziose
Giovanna sei morta in silenzio, di nascosto, nell’invisibilità. E forse saresti morta ugualmente. Ma ciò che non deve più ripetersi ha a che fare con l’indolenza della macchina amministrativa, con la negligenza, con l’essere a conoscenza di alcune situazioni di disagio e non intervenire. Un limbo nero che interessa gli uffici dei Servizi Sociali del Comune di Foggia che anche quest’anno non hanno adottato un Piano di Emergenza Freddo e, vista la situazione legata alla pandemia, neanche un piano anti-covid. E’ il tempo di chiederti scusa, di chiedere scusa a tante persone, e intitolare la residenza anagrafica fittizia a Giovanna Tortorella sarebbe un segnale importante. Un tentativo di abbracciare ed avvicinarsi verso chi – per i motivi più diversi – vive sotto la polvere, ai margini, con il cuore incapace di intercettare pulsazioni di vita normale, anche perché fatica a trovare servizi sostenuti dall’Amministrazione Comunale. Fatelo nel nome di Giovanna e di tutti quei morti senza dimora di cui, oggettivamente, avete sulla coscienza. Se l’avete…
Emiliano Moccia

(questo articolo è stato pubblicato nel numero Maggio-Giugno 2021 del giornale di strada Foglio di Via sostenuto da Fondazione Vodafone Italia).