«Volevo fare il vaccino anti-covid, per stare più tranquillo. Ma non ho potuto farlo perché non ho né la carta d’identità né la tessera sanitaria. E’ un bel problema per noi che viviamo in strada. Speriamo che la facciano anche a noi prima o poi». M. è un senza dimora italiano. Vive da tanti anni nei pressi della stazione di Foggia. Non frequenta i dormitori presenti in città e di solito dorme dove trova riparo presso lo scalo ferroviario. M. non ha potuto ricevere alcuna dose di vaccino perché per il Servizio Sanitario Nazionale non esiste. Eppure, ha un nome, un corpo, una storia. Ma per gli occhi accecati della burocrazia non esiste. E neanche per i Servizi Sociali Comunali e l’Asl di Foggia che, a differenza di quanto avvenuto in diverse città italiane, non hanno minimamente pensato di programma una vaccinazione per i senza dimora di Foggia. Italiani e migranti, uomini e donne. E così, capita che anche chi trova un posto letto presso il dormitorio maschile di “a casa di Marian e Giovanna” non sia vaccinato in quanto non iscritto nel Servizio Sanitario Nazionale. Si tratta di persone più vulnerabile, maggiormente esposte al contagio e, quindi, potenziale veicolo di trasmissione del virus o di pericolo per se stesse.
Il Generale Figliuolo si dimentica dei clochard
Con ordinanza n.7/2021 il Commissario straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Figliuolo, ha previsto che sono ammessi alla somministrazione del vaccino anti SARS-CoV-2 una serie di categorie di soggetti non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale: i dipendenti delle Istituzioni dell’Unione Europea, il personale di enti e organizzazioni internazionali, gli agenti diplomatici e il personale tecnico-amministrativo delle missioni diplomatiche e così via. Ma in questo elenco hanno dimenticato di inserire anche le persone senza dimora. E soprattutto non iscritte al SSN. «In questa importante ordinanza, però, – ha sottolineato dall’Associazione Avocato di Strada – non vengono menzionati i cittadini italiani senza dimora, i cittadini extracomunitari e i comunitari irregolari: tutte persone che, al pari delle altre, presentano fragilità, possono ammalarsi e sono in contatto con il resto della popolazione, con ogni conseguente implicazione in termini di pandemia». Escludere tutti loro dall’ordinanza vuole dire per Avvocato di Strada aver preso una «decisione che comporta una evidente lesione dei diritti fondamentali e di assistenza da parte dello Stato e che va a discapito della salute dell’intera collettività».
Campagne di vaccinazione nelle altre Asl d’Italia
Nella circolare che il ministero della Salute ha fatto girare lo scorso mese di giugno si chiede di somministrare il vaccino monodose Johnson&Johnson a tutte quelle persone difficili da raggiungere, non stanziali, che si spostano spesso. I migranti, gli invisibili, i senza dimora, ma anche chi vive in luoghi isolati. Anche per questo, a Roma, Palermo, Napoli, Milano le Asl territoriali – d’intesa con le associazioni ed il mondo del terzo settore che si occupano di povertà – hanno organizzato campagne vaccinali dedicate, concentrando gli interventi in pochi giorni ben precisi. A Foggia non sarebbe un’impresa impossibile organizzare una campagna di vaccinazione dedicata, basterebbe coinvolgere le realtà impegnate nell’accoglienza e nell’assistenza dei senza dimora per programmare una serie di giornate dedicate magari proprio nei luoghi della povertà, in modo da raggiungere quante più persone possibili. Ma come sempre succede dalle nostre parti, manca la volontà, la visione di intervento o si spera sempre che ci sia qualcun altro che lo faccia al posto nostro. Speriamo che qualcuno dell’Asl di Foggia – così solerte nel marzo 2020 a chiudere il dormitorio per senza dimora di Sant’Alfonso de’ Liguori proprio a causa del covid – si svegli e decida di entrare in azione. Prima che i contagi riesplodano.
Emiliano Moccia
(questo articolo è stato pubblicato nel numero Luglio-Agosto 2021 del giornale di strada Foglio di Via sostenuto da Fondazione Vodafone Italia).