L’invito del Commissario straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Figliuolo, alle Regioni e alle Province autonome affinché favoriscano l’accesso alle vaccinazioni delle persone senza tessera sanitaria, codice fiscale o residenza, è una notizia che viene accolta con soddisfazione da parte dell’Unar – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ed ovviamente da parte nostra. Perché anche nell’ultimo numero del giornale di strada “Foglio di Via” avevamo denunciato come non sia stato predisposto un Piano di vaccinazione per le persone senza dimora, ed il caso Foggia che non ha provveduto a sanare questa situazione ne è una conferma.
Ma va ricordato, però, che con ordinanza n.7/2021 il Commissario straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Figliuolo, aveva previsto che erano ammessi alla somministrazione del vaccino anti SARS-CoV-2 una serie di categorie di soggetti non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale: i dipendenti delle Istituzioni dell’Unione Europea, il personale di enti e organizzazioni internazionali, gli agenti diplomatici e il personale tecnico-amministrativo delle missioni diplomatiche e così via. Ma nell’elenco aveva dimenticato di inserire anche le persone senza dimora. E soprattutto non iscritte al SSN. «In questa importante ordinanza, però, – aveva sottolineato l’Associazione Avvocato di Strada – non vengono menzionati i cittadini italiani senza dimora, i cittadini extracomunitari e i comunitari irregolari: tutte persone che, al pari delle altre, presentano fragilità, possono ammalarsi e sono in contatto con il resto della popolazione, con ogni conseguente implicazione in termini di pandemia».
Ora, finalmente il passo indietro. «Un’iniziativa che costituisce un passo avanti significativo per la piena applicazione del diritto alla salute, in linea con la richiesta avanzata nei giorni scorsi dall’Unar al Commissario Figliuolo, per garantire parità di trattamento nell’accesso ai vaccini alle persone più vulnerabili – ha dichiarato il direttore dell’UNAR Triantafillos Loukarelis – . Auspichiamo ora che gli Enti locali provvedano ad uniformarsi a questa indicazione, nel rispetto dei diritti fondamentali previsti dalla Costituzione. Come indicato dal Commissario – prosegue – le Regioni potranno inoltre ricercare sinergie con associazioni e/o organizzazioni in grado di supportare l’attività di vaccinazione delle persone in situazione di disagio sociale e sanitario».