Foglio di Via

Sud Sudan, cessate il fuoco dal 15 gennaio e road map per l’unità del Paese. L’accordo di Pace firmato a Sant’Egidio

La Dichiarazione di Roma firmata l’altro ieri presso la Comunità di Sant’Egidio “riunisce per la prima volta tutte le parti politiche del Paese”. Lo ha ricordato Paolo Impagliazzo, Segretario generale di Sant’Egidio, ringraziando tutti i partecipanti per gli sforzi profusi. “Il documento – ha detto Impagliazzo – è il risultato di molte giornate di lavoro ma anche dell’impegno di Sant’Egidio negli ultimi anni per facilitare il dialogo politico in Sud Sudan”. Tre i cardini dell’accordo: l’impegno “solenne” alla cessazione delle ostilità a partire dalla mezzanotte del 15 gennaio; l’impegno a discutere e a valutare insieme – a Sant’Egidio – meccanismi per risolvere le divergenze; la garanzia per le organizzazioni umanitarie di poter operare nel paese a sostegno della popolazione civile. La Dichiarazione di Roma è stata firmata dai membri della delegazione del governo centrale del Sud Sudan, dai rappresentanti dei Movimenti di opposizione sud sudanesi che non hanno aderito all’accordo di pace rivitalizzato del 2018 ad Addis Abeba (Ssoma) e da quelli delle opposizioni firmatarie dell’accordo.

La guerra civile in Sud Sudan è scoppiata il 15 dicembre 2013. Dopo sei anni di conflitto, negli ultimi tempi la situazione è notevolmente migliorata. Gli scontri armati sono diventati più sporadici, le persone riescono a spostarsi da una città all’altra senza essere costantemente sotto attacco e l’accesso umanitario per la distribuzione di aiuti alla popolazione civile è molto aumentato. Dopo diversi tentativi di accordi di pace andati a vuoto sulla necessità di istituire la di formazione di governo di transizione, “il cessate il fuoco è necessario per ricostruire la fiducia e la speranza nel nostro popolo” ha affermato Barnaba Marial Benjamin, inviato del presidente del Sud Sudan, Salva Kir. “Abbiamo seguito l’invito di Papa Francesco a lasciare da parte le differenze e a cercare ciò che unisce, il metodo che ha ispirato anche la Comunità di Sant’Egidio” e ha continuato indicando come “in questi giorni di incontro tra sudsudanesi è stato possibile riconoscere la storia comune che ci unisce”.

Una firma “senza alcuna pre-condizione” e con l’impegno di lavorare alla costruzione di una pace duratura insieme al governo e agli altri firmatari. Lo ha detto Pa’gan Amum Okiech, portavoce del Ssoma, per il quale il merito dell’accordo va a Papa Francesco. “Quel gesto di baciarci i piedi” in occasione della nostra visita in Vaticano (nell’aprile scorso) “ci ha ispirato e il suo appello alla prosperità e fratellanza fatto per il nuovo anno è un sogno che si avvera”, ha detto il portavoce, secondo cui “è giunto il momento di porre fine alle ostilità e di imparare dai nostri errori” e  “il processo dovrà essere inclusivo per tutti”. A questo proposito Okiech si è detto “lieto” che il Movimento di liberazione del popolo sudanese all’opposizione (Splm-Io) e Movimento nazionale democratico (Ndm) abbiano partecipato all’incontro.