Foglio di Via

Il mio vagare senza una meta, come un cappello spinto dal vento. Una poesia senza dimora

Fratello, perché mi passi davanti
con sguardo sprezzante?
Il mio vagare senza una meta
non dipende da me.
Sono come un cappello d’angelo
in preda ad un vento crudele
che mi spinge in ogni direzione.

A tratti smette di soffiare
e spero di aver trovato un po’ di pace
ma poi riprende
e quello che pensavo fosse l’arrivo
diventa un nuovo punto di partenza.
Incessantemente, ogni giorno;
ogni ora, ogni minuto; ogni attimo.

Questo continuo vorticare
mi impedisce di pensare.
Mi impedisce di esprimere
i miei sentimenti e la mia umanità.
Mi impedisce di dare una direzione precisa
al mio volo e di spigare le mie ali.

Così resto in balia dei capricci di questo vento.
Non riesco a mettere radici e quando ci provo,
sono così fragili che non riescono ad ancorarmi
Fratello, tendimi la mano.
Tienimi con forza.
Prova, per un attimo, ad impedire a questo vento
di fare di me ciò che vuole.

Dammi una speranza.
Questo vento non si fa scrupoli
ed è in agguato, ogni momento.
Basta poco per diventare uno dei tanti,
troppi capelli d’argento spinti in ogni direzione.
Fratello, ora smetti di guardarmi con disprezzo.
Tienimi per mano.

Ruggiero Di Conzo
L’autore della poesia frequenta il Laboratorio di Giornalismo attivato al Centro Diurno “Il Dono”