La mamma ritrova suo figlio, un abbraccio che ferma il tempo. Grazie al progetto SAI di Poggio Imperiale

Un abbraccio che ferma le lancette del tempo, una stretta carica di emozioni, di lacrime, di preghiere. Un abbraccio fra una mamma che ritrova il suo bambino, che pensava ormai perso e di non rivedere più. Perché questa storia di ricongiungimento famigliare che si è conclusa con un lieto fine, si porta dietro un pesante carico di storie drammatiche, che raccontano bene cosa voglia significare per i migranti mettersi in viaggio e lasciare il proprio Paese con il sogno di un futuro migliore. Oggi quest’abbraccio fra la mamma ed il suo bambino di 6 anni fotografa un momento di felicità, di ricostituzione del nucleo famigliare che sembrava disperso. Ma per arrivare a questo traguardo c’è stata molta sofferenza, paura, terrore. E soprattutto, c’è stato un lavoro prezioso e silenzioso da parte degli operatori del progetto SAI – Sistema Accoglienza Integrata del Comune di Poggio Imperiale gestito dalla cooperativa sociale Medtraining, in collaborazione con gli assistenti sociali della Comunità Educativa I Girasoli di Barletta e dei servizi sociali del Comune di Bari.

Perché questa storia racchiusa in un abbraccio parte da lontano. Dalla Costa d’Avorio, quando la mamma ed i suoi due bambini, di 3 e 6 anni, ed una sua amica decidono di mettersi in viaggio per cercare maggior fortuna in Europa. Il loro è il più classico e drammatico dei viaggi che affrontano i migranti che iniziano il loro cammino dall’Africa. In Libia, infatti, vengono catturati e chiusi in prigione. Tentano di fuggire, ma ci riescono solo l’amica della mamma ed il bambino di 6 anni. A bordo di un gommone riescono a raggiungere le coste italiane. Vengono accolte in un CAS – Centro di Accoglienza Straordinaria di Bari. Ma un giorno l’amica della mamma si allontana e di lei si perdono le tracce, mentre il piccolo rimane da solo. E’ a quel punto che i servizi sociali del Comune di Bari intervengono per farlo accogliere nella Comunità Educativa I Girasoli di Barletta. Nel frattempo la mamma è sempre nelle carceri libiche. Con lei, il figlio di 3 anni. Un giorno anche loro riescono a scappare, ed a bordo di un gommone arrivano in Italia. Inizia per loro il percorso di accoglienza e viene destinata nel progetto SAI di Poggio Imperiale.Ma il suo pensiero è sempre all’altro bambino, al figlio che non vede ormai da più di tre mesi e del quale non ha più notizie.

Gli operatori del progetto SAI si mettono subito alla ricerca seguendo il protocollo previsto per casi come questo. E lo rintracciano, anche grazie ai servizi sociali Bari, presso la Comunità Educativa I Girasoli di Barletta. La mamma è incredula e felice, ma non possono ancora abbracciarsi. Sembra impossibile, ma è la legge, la burocrazia, la pandemia. Di conseguenza, espletata tutta la trafila burocratica – grazie al lavoro sinergico di tutti gli operatori coinvolti – viene definito il ricongiungimento famigliare tra la mamma ed il suo bambino. Ieri l’abbraccio che sancito ha questo momento tanto atteso. Un abbraccio intenso, commovente, emozionate. Ora la mamma ed i suoi due bambini tornano a vivere tutti insieme nel progetto SAI di Poggio Imperiale. Lei è di nuovo incinta ed a giorni partorirà. Ora sono una famiglia, più riunita ed unita che mai. E probabilmente è la cosa che conta di più.
Emiliano Moccia