“Mettiamocelo in testa”, se un bambino rifugiato che non va scuola perde l’anno di studio e la sua vita

Nel corso dell’ultimo anno accademico, oltre 3,7 milioni di bambini rifugiati in tutto il mondo non hanno avuto la possibilità di andare a scuola. Ma un bambino rifugiato che non va a scuola non rischia di perdere l’anno, ma la vita. Come emerge dal rapporto dell’UNHCRStepping Up: Refugee Education in Crisis“, la condizione di rifugiato il più delle volte è a lungo termine: quasi 4 rifugiati su 5 vivono una condizione di esilio prolungata. Questo significa che i bambini rifugiati passeranno in esilio tutto il loro periodo scolare, ovvero dai 5 ai 18 anni. Ma per la sopravvivenza di un bambino rifugiato, la scuola è centrale al pari di una tenda dove ripararsi, del cibo o delle cure mediche.  I tassi di povertà si ridurrebbero del 55% se tutti i bambini completassero la scuola secondaria. E il reddito aumenterebbe del 75% se si raggiungesse l’obiettivo di garantire a tutti i bambini di terminare la scuola secondaria. Maggiore è il livello di istruzione, più elevate saranno le abilità dei ragazzi e delle ragazze in termini di leadership, capacità imprenditoriale e piena autonomia.

Con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza decisiva dell’istruzione per il futuro di milioni di bambini rifugiati e di garantire loro accesso ad un’istruzione di qualità, dal 26 gennaio al 16 febbraio 2020 l’UNHCR lancia la quarta edizione della campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Mettiamocelo in Testa. Un bambino rifugiato che non va a scuola non rischia di perdere l’anno, ma la vita” che si potrà sostenere con un sms o chiamata da rete fissa al numero solidale 45588. «Assicurare l’intero ciclo di istruzione ai bambini rifugiati è un aspetto fondamentale per far sì che acquisiscano le competenze a loro necessarie per costruire per sé e per la loro comunità di appartenenza un futuro dignitoso e di pace” – ha dichiarato Laura Iucci, Responsabile del programma di raccolta fondi di UNHCR Italia –  .“La scuola è un luogo protetto dove i bambini traumatizzati ritrovano finalmente normalità e supporto psico-sociale. L’istruzione è il migliore antitodo a integralismi e oscurantismi ed è la premessa per un mondo più stabile e sicuro per tutti. Adesso l’obiettivo – conclude Iucci – è di permettere a 400 mila bambini di andare a scuola entro l’anno prossimo, ma abbiamo bisogno del vostro aiuto con una chiamata da rete fissa o un sms al numero solidale 45588».

COME SOSTENERE LA CAMPAGNA
I fondi raccolti con la campagna sosterranno il progetto “Educate a Child”, avviato dall’UNHCR nel 2012 in 12 paesi: Siria, Iran, Ciad, Pakistan, Yemen, Etiopia, Malesia, Kenya, Uganda, Ruanda, Sud Sudan, Ciad, Sudan. Il progetto mira ad allargare fino a 16 il numero di paesi coinvolti, includendo nuove operazioni, quali Camerun, Malawi, Mozambico e Iraq, dove negli ultimi anni i conflitti e le migrazioni forzate hanno avuto un impatto negativo sull’accesso all’istruzione primaria dei bambini rifugiati. Per garantire ai bambini l’istruzione, proteggerli dalla violenza e aiutarli a crescere e a superare il trauma della guerra e della fuga, si può sostenere la campagna “Mettiamocelo in Testa” fino al 16 febbraio 2020 con una chiamata da rete fissa o un sms al numero solidale 45588. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari Wind Tre, TIM, Vodafone, PosteMobile, iliad, Coop Voce, Tiscali oppure di 5 euro per le chiamate da rete fissa Vodafone, TWT, Convergenze, PosteMobile, di 5 e 10 euro da rete fissa TIM, Wind Tre, Fastweb e Tiscali.