Beni confiscati alla mafia, riuscirà il Comune di Foggia a destinarne uno per il riuso sociale? Il nuovo bando da non perdere della Regione Puglia

Riuscirà il Comune di Foggia a lasciarsi sfuggire l’ennesima occasione di restituire alla collettività un ben confiscato alla mafia trasformandolo in bene di utilità sociale? Perché non c’è colpo più duro per la criminalità organizzata che vedersi sottrarre un bene per farlo diventare presidio di legalità, di economica virtuosa, di occupazione pulita. Esattamente come accade da tanti anni a Cerignola, e in tante altre zone d’Italia, grazie ai progetti di riusco sociale su beni confiscati alla mafia portati avanti dalle cooperative Pietra di Scarto ed Altereco. A Foggia, la storia sul destino dei beni confiscati alla mafia è ancora molto nebulosa, intricata, anche perché di informazioni chiare non ne arrivano da un po’ di tempo. Bisogna risalire addirittura ai temi del sindaco Gianni Mongelli, quando si iniziava a parlare piuttosto seriamente dell’intenzione del Comune di Foggia di realizzare un “Dopo di Noi” nell’immobile del Salice confiscato in applicazione della legislazione antimafia. Ma in tutti questi anni, compresi i primi cinque anni di amministrazione dell’attuale sindaco Franco Landella, si è saputo poco o nulla. Anzi, se avete voi informazioni…

Adesso, quindi, torna una nuova occasione. E in una città che fatica ancora dimenticare le esplosioni e gli attentati da parte della criminalità organizzata, non sarebbe male se tra le varie risposte da mettere in campo ci fosse la restituzione di un bene confiscato alla mafia. L’occasione, dunque, è data dal nuovo Avviso Pubblico della Regione Puglia “Dal bene confiscato al bene riutilizzato: strategie di comunità per uno sviluppo responsabile e sostenibile”, approvato il 21 aprile scorso, con determina del dirigente della Sezione Sicurezza del cittadino, Politica delle migrazioni e Antimafia sociale della Regione Puglia Domenico De Giosa. L’Avviso pubblico è a sportello e scade il 31 maggio del 2021 e regola i rapporti tra la Regione Puglia e il Soggetto beneficiario, andando a finanziare interventi di riqualificazione di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata, ubicati nel territorio della regione e trasferiti già al patrimonio indisponibile dei Comuni (soggetti proponenti), da utilizzare per finalità sociali. La dotazione finanziaria dell’Avviso è di 8 milioni di euro.

Nella Regione Puglia, a seguito dei decreti di confisca definitiva, sono presenti 1530 beni immobili già trasferiti nel patrimonio indisponibile dei Comuni con decreto dell’ANBSC (Agenzia Nazionale per la gestione e amministrazione dei Beni Sequestrati e Confiscati). Gli interventi che si intendono finanziare con questo Avviso devono interessare il recupero funzionale ed il riuso da parte dei Comuni pugliesi dei beni confiscati alle mafie, per promuovere il riutilizzo e la fruizione sociale dei beni stessi nell’ambito dell’attuazione di politiche sociali a favore della legalità, della sicurezza e della prevenzione delle situazioni di disagio.

«I beni confiscati alla mafia sono sicuramente una risposta determinate sui territori – ha detto al giornale “Foglio di ViaPietro Fragasso, della cooperativa Pietra di Scarto, in occasione dell mobilitazione dello scrso 10 gennaio “Foggia Libera Foggia” – . I patrimoni criminali sono forme di egemonia criminale e noi abbiamo bisogno di liberarli sempre di più di renderli sempre più collettivi. Questi anni di esperienza sui beni confiscati alla mafia ci raccontano che non sono solo un simbolo, ma possono fare impresa, offrire lavoro, promuovere progettazione, portare economica innovativa e sociale nel territorio». Per questo, «aspettiamo a Foggia ancora che il primo bene confiscato alla mafia sia gestito ed in grado di incidere nel territorio. Abbiamo bisogno di Foggia come città per dare una risposta non solo simbolica, ma anche operativa: la risposta migliore per raccontare la liberazione dei territori».
Non rimane che aspettare, sperando che ci possa essere una accelerata da parte dell’Amministrazione Comunale e che presto anche Foggia possa finalmente restituire alla sua comunità un bene confiscato alla criminalità organizzata. Sarebbe la risposta più potente, altro che chiacchiere e proclami.
Emiliano Moccia