Ogni italiano, neonati compresi, nel 2019 ha speso in giochi d’azzardo 322,8 euro (742,6 euro a famiglia). Lo afferma il Codacons, commentando i dati emersi dal Libro Blu dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli. «Lo scorso anno il settore dei giochi ha registrato un incremento con la spesa dei cittadini salita del +2,4% a quota 19,45 miliardi di euro, e le entrate per l’Erario aumentate del +10,68% – spiega il Codacons – . Spalmando i dati relativi ai giochi su tutta la popolazione residente in Italia, è come se ogni cittadino, compresi i neonati, avesse speso più di 322 euro in un anno tra slot machine, Lotto e lotterie varie».
Ma a preoccupare di più il Codacons è il dato secondo cui oltre la metà delle entrate è garantito dalle slot machine (Awp e Vlt), di cui si contano 418.491 apparecchi nel 2019. «Numeri che confermano tutti i nostri allarmi circa il comparto dei giochi in Italia, e che rischiano di aggravarsi nel 2020, considerato che l’emergenza Covid e le conseguenze della crisi sanitaria spingono molti cittadini verso il gioco d’azzardo e le sale slot, nel tentativo di rifarsi delle perdite subito a causa del coronavirus» spiega il presidente Carlo Rienzi.
Il fenomeno del gioco d’azzardo riguarda tutte le classi sociali, non solo quelle più fragili da un punto di vista economica. E colpisce anziani, adulti ed anche ragazzi, che sempre più spesso giovano alle macchinette o nelle sale scommesse. Ed è proprio la ludopatia una delle cause che spinge sempre più persone in povertà, alla vita di strada, contribuendo a sgretolare i nuclei familiari già fragili per problemi di altro genere. Una piaga sui cui lo Stato dovrebbe intervenire con misure drastiche, anziché guadagnarci con l’Erario. Anche perché parliamo di soldi che saranno poi spesi in servizi sanitari, visto che sempre più Ser.T hanno attivato al loro interno anche il servizio di ludopatia tra quelli dedicati alle dipendenze.