Strage di San Marco in Lamis, ergastolo per il basista Caterino Giovanni. Giustizia per i fratelli Luciani. La soddisfazione di Libera, parte civile nel processo

Un primo passo verso la giustizia per questa terra. Il Tribunale di Foggia ha emesso Sentenza di condanna all’ergastolo nei confronti di Giovanni Caterino per la strage di San Marco in Lamis. «Esprimiamo la nostra soddisfazione e ci uniamo in un forte abbraccio alla famiglia di Luigi e Aurelio Luciani» scrive sulla sua pagina facebook Libera Foggia, che si è costituita parte civile nel procedimento penale nei confronti di Caterino Giovanni, imputato per il reato di omicidio plurimo per la strage di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017, che nella giornata di oggi ha visto svolgersi l’ultima udienza del processo di primo grado. La Corte d’Assise di Foggia, quindi, ha deciso: ergastolo per Giovanni Caterino, ritenuto il basista della strage di mafia del 9 agosto 2017. Affiliato del clan dei Montanari “Li Bergolis-Miucci”, Caterino è stato condannato per essersi messo a disposizione del sodalizio criminale allo scopo di uccidere Mario Luciano Romito, caduto in una trappola assieme a suo cognato Matteo De Palma. Quel giorno trovarono la morte anche i contadini sammarchesi, Aurelio e Luigi Luciani.

Libera Foggia, infatti, si è posta al fianco «non solo virtualmente ma anche in concreto, del Pubblico Ministero e dei familiari delle vittime innocenti, Luigi e Aurelio Luciani, con il desiderio di dare il proprio contributo nell’attività di “partecipazione e presenza responsabile” per l’affermazione della cultura della legalità in un territorio in cui le organizzazioni criminali seminano terrore, rapinano risorse ed impediscono il progredire di una crescita culturale, economica, sociale e civile. Abbiamo inteso porci anche al fianco della comunità territoriale dell’intera provincia di Foggia, perché un delitto di mafia è uno “strappo” per l’intera comunità. Proprio a San Marco in Lamis, luogo in cui i fratelli Luciani hanno vissuto, abbiamo voluto fortemente la nascita di un presidio di persone e associazioni che facessero sentire alla famiglia Luciani, nel rispetto del loro dolore, e alla comunità che quello strappo poteva essere ricucito, impegnandoci nel quotidiano ad essere al loro fianco in ogni sede, compreso il nostro essere presenti, come parte civile, in un processo così delicato».