#StopTamponTax, l’importanza di rimodulare (o eliminare) l’Iva al 22% su assorbenti e prodotti igienico sanitari. Ma come fanno oggi le donne senza dimora?

Per una donna senza dimora la vita in strada è doppiamente più dura e complicata rispetto a quella degli uomini. Non ci sono dubbi. Soprattutto se la donna è da sola, priva di riferimenti, e percorre la sua vita da clochard in profonda solitudine ed emarginazione. Per questo, la battaglia #StopTamponTax va combattuta e condivisa insieme. Perché è una battaglia di dignità, di restituzione di diritti, di attenzione agli altri, di scelte politiche e sociali che tengano conto di quanti – per i motivi più diversi – restano o sono rimasti indietro. E vivono in povertà assoluta, o sulla soglia di povertà, o per strada. Come Katiuscia, Antonia, Dora e così via, solo per citarne alcune. Come fanno quando hanno il ciclo mestruale? Cosa usano per tamponarsi? Hanno i soldi per acquistare assorbenti? Hanno un luogo in cui potersi cambiare in tranquillità, tipo un bagno pubblico? Alcune usano i calzini, o i fazzoletti di carta, o gli strati della carta igienica; e se non c’è un bagno disponibile, magari si cambiano all’aperto, dove possono farlo più riparate. Per questo ieri, presso i locali della Masseria De Vergas, è stato interessante partecipare all’incontro pubblico organizzato dall’Associazione ‘NZIM che ha intercettato la campagna che l’associazione “Tocca a noi” sta portando avanti sul territorio nazionale per chiedere l’abolizione della cosiddetta ”Tampon tax”, che chiede di abolire l’IVA sui prodotti igienico sanitari femminili. E ieri, grazie alla presenza di Laura Sparavigna, consigliera comunale di Firenze, e Lucrezia Iurlaro, presidente dell’associazione “Tocca a noi”, anche a Foggia si è potuto approfondire questo tema.

«Il ciclo non è un lusso ma in Italia l’IVA sugli assorbenti è al 22%: l’imposta prevista per i beni non di prima necessità. Una donna non può scegliere se e quando avere il ciclo, ma uno Stato può scegliere se e quanto tassarlo». Di qui, la richiesta, l’urlo, la battaglia a favore della rimodulazione dell’IVA sui prodotti igienico-sanitari femminili ancora al 22%, il massimo previsto dal sistema fiscale, per ridurre l’aliquota almeno al 4%. Perché si inizierebbe davvero a parlare di risparmio, anche di 25-30 euro al mese, che in alcune famiglie, per alcune donne, per chi vive in strada, possono segnare un risparmio economico importante, anche da poter investire per altre spese. Magari più di “lusso”, visto che i prodotti igienico sanitari femminili – ma anche i pannolini o i pannolini – vengono considerati dallo Stato italiano come beni di lusso. Ma è anche una questione simbolica, un messaggio politico di attenzione e di affermazione dei diritti delle persone. La campagna #StopTamponTax ha preso il via nel 2016 grazie all’attivismo di esponenti politici e associazioni, come Onde Rosa che in questi anni ha raccolto oltre 600.000 firme di cittadine e cittadini per chiedere al Parlamento italiano di approvare nella prossima legge di bilancio una riduzione dell’aliquota fino al 4%.

#StopTamponTax  sta raccontando che un nuovo ciclo è possibile. Nel 2021 la città di Firenze è stata il primo capoluogo italiano ad abolire la tampon tax nelle farmacie comunali, e sul suo esempio molti Comuni si stanno attivando e adottando politiche mirate per calare nel locale l’istanza nazionale. Ma intanto, c’è molto da fare. Ed il coinvolgimento delle scuole, delle associazioni di volontariato, delle università, del terzo settore può diventare un primo passo per creare una rete di sensibilizzazione e di luoghi fisici sugli assorbenti da mettere a disposizione per chi non può permetterseli, per chi ha difficoltà a parlarne, per chi vive un disagio economico e – anche temporaneamente – non è in grado di soddisfare quel “bene di lusso”. Ma #StopTamponTax è oggettivamente una campagna che va oltre la richiesta di rimodulazione dell’Iva, perché chiede alle persone – uomini e donne – di cambiare mentalità sul tema, di azzerare gli stereotipi, di vincere vecchie convinzioni. Come associazione dei Fratelli della Stazione abbiamo compreso che in questi anni abbiamo offerto tanti servizi, ma non abbiamo mai pensato di mettere a disposizione delle donne senza dimora che incontriamo in stazione, anche i prodotti igienico sanitari, come gli assorbenti. Da oggi lo faremo. Il nostro consiglio è di sostenere questa campagna e di visitare il sito https://toccaanoi.eu/. Perché #UnNuovoCiclo è possibile. Ma non dobbiamo aspettare che siano sempre gli altri a muoversi per primi, possiamo iniziare anche noi.
Emiliano Moccia