“Chi trova un lavoro trova un tesoro”, l’importanza di assumere persone con sindrome di Down

“Chi trova un lavoro trova un tesoro”: ma un lavoro, come un tesoro, non è facile trovarlo. Soprattutto per chi ha la sindrome di Down. Non è neanche impossibile, però: lo dimostrano le storie e i numeri del progetto “Chi trova un lavoro trova un tesoro”, avviato da AIPD Nazionale nel luglio 2018, con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che ha l’obiettivo di accompagnare i giovani con sindrome di Down verso il lavoro, tramite la costruzione di condizioni e competenze. Ad un anno e mezzo dall’avvio del progetto, che aveva una durata di 18 mesi, è tempo di bilanci. Ed i numeri sono stati presentati a Roma, lo scorso 23 gennaio, nell’ambito del convegno “L’inserimento lavorativo delle persone con sindrome di Down: un bilancio della situazione” che aveva la finalità di approfondire un tema che riveste un ruolo sociale decisivo: proprio attraverso il lavoro passa infatti l’inclusione sociale e l’autonomia delle persone con sindrome di Down. Un diritto e, al tempo stesso, una capacità che è necessario riconoscere e valorizzare.

Il progetto, in pillole. Il progetto nazionale ha coinvolto complessivamente 98 persone con SdD e loro famiglie, 43 operatori e 17 volontari di 26 sezioni AIPD: Arezzo, Bari, Belluno, Bergamo, Brindisi, Campobasso, Caserta, Castelli Romani, Catania, Catanzaro, Cosenza, Latina, Livorno, Marsica, Milazzo-Messina, Napoli, Oristano, Pisa, Potenza, Roma, San Benedetto, Siracusa, Termini Imerese, Trento, Venezia-Mestre, Viterbo. Il progetto ha incluso un lavoro di formazione per giovani con sdD, operatori e famiglie e un’intensa campagna nazionale di sensibilizzazione, per far conoscere all’opinione pubblica, ma soprattutto alle aziende, le persone con sdD e le loro potenzialità come lavoratori. 52 giovani sono stati inseriti in percorsi di avviamento al lavoro. 34 di loro hanno svolto un tirocinio da 1 a 3 settimane continuative tra Quirinale, Aqualux Bardolino, Crowne Plaza Amburgo, InOut Barcellona, Melià Milano e Genova, Sunrise Resort Battipaglia. Già sei persone sono state assunte.

L’inserimento lavorativo in Italia. L’incontro è stato anche l’occasione per ampliare lo sguardo e misurare lo stato di salute dell’inserimento lavorativo delle persone con sindrome di Down nel nostro Paese. I numeri parlano chiaro: i lavoratori con disabilità in Italia sono ancora un’esigua minoranza: secondo l’Istat, solo il 16% (circa 300 mila) delle persone con disabilità tra i 15 e i 74 anni. Per quanto riguarda in particolare le persone con sindrome di Down, sempre secondo gli ultimi dati Istat meno di 1 giovane su 3 lavora. Dati allarmanti, che parlano di un’ampia inosservanza di quella normativa (legge 68/99) che obbliga ogni azienda con più di 15 dipendenti ad assumere almeno un lavoratore appartenente alle categorie protette.

L’inserimento lavorativo targato AIPD. Fin dalla sua nascita, esattamente 40 anni fa, AIPD ha dedicato grande attenzione al tema del lavoro, avviando iniziative di formazione, accompagnamento e inserimento in azienda. Complessivamente, l’associazione conta oggi nella sua rete 210 assunti, la maggior parte a tempo indeterminato. Ed è un fenomeno in crescita negli ultimi anni. Soltanto nel 2019, ha reso possibile l’assunzione a tempo indeterminato di 17 lavoratori, la realizzazione di 112 tirocini in Italia e di 20 tirocini all’estero. Sono stati siglati 11 accordi con reti aziendali private, per avviare inserimenti lavorativi (da Nespresso a Decathlon, da Melià a Hilton). La creazione di un’alleanza forte tra agenzie formative e mondo delle imprese è alla base del progetto europeo “Valueable”, di cui AIPD è capofila: una certificazione internazionale destinata alle aziende del mondo dell’ospitalità che offrono alle persone con disabilità intellettiva opportunità di sviluppo professionale. Ad oggi, la rete “Valueable” raccoglie 103 aziende che hanno conseguito il marchio e ha promosso l’ inserimento in stage e lavori di 200 persone.

Le 9 azioni del protocollo. Nel corso dell’incontro Monica Berarducci, responsabile  del progetto e dell’Osservatorio sul mondo del lavoro dell’associazione,  ha anche illustrato un vero e proprio protocollo, in cui sintetizza le nove azioni indispensabili per assicurare la buona riuscita di un inserimento lavorativo: nei confronti di aziende da un lato, famiglie, lavoratori e operatori dall’altro, sono necessari «Informazione, sensibilizzazione, accoglienza, valutazione, sostegno, orientamento, formazione, tutoraggio e monitoraggio». L’associazione offre poi sostegno alle aziende che accolgono tirocinanti o lavoratori con sindrome di Down: «Garantiamo ai datori di lavoro accompagnamento nella fase di valutazione e selezione e nella definizione del rapporto di lavoro, informazione e sensibilizzazione sul tema, tutoraggio nei primi mesi, monitoraggio del servizio nei primi anni, disponibilità a consulenze senza limiti di tempo».